La Kür con musica/13

di Enzo Truppa

La storia del dressage olimpico inizia ufficialmente nel 1912. A quell’epoca le gare di dressage, considerato una branca molto difficile degli sport equestri, erano quasi esclusivamente appannaggio di rappresentanti della nobiltà e di militari.

Solo poche donne montavano in dressage, sebbene vi fosse una cospicua presenza femminile nelle cacce e nella monta con sella da amazzone.

Dopo la seconda guerra mondiale il cavallo scomparve gradualmente dall’uso agricolo che se ne era fatto fino ad allora e l’equitazione a scopo ricreativo divenne sempre più popolare con la conseguente proliferazione di gare a livello di “club”.

Queste competizioni necessitavano, per il loro svolgimento, di giudici preparati così la FEI e le altre Federazioni equestri nazionali si fecero carico della responsabilità di istruire giudici che fossero in grado di riconoscere e quindi giudicare un cavallo correttamente addestrato.

Come già detto in altra parte di questo libro, gli obiettivi della FEI sono conformi ai “principi classici” delle varie scuole di cavalleria e, percorrendo la storia a ritroso, a quelli del “padre” del dressage Robichon de la Guérinière, tramandati poi fino ai nostri giorni grazie anche alla Scuola Spagnola di Vienna.

Le competizioni di dressage si sono arricchite nel tempo, fino ad arrivare ai giorni nostri, di riprese Kur con musica, ovvero pas de deux e quadriglie con quattro o più cavalieri che eseguono rappresentazioni sotto forma di una Kur con musica. Tutto ciò ha indubbiamente aggiunto un tocco innovativo alle quadriglie tradizionali che venivano presentate in passato.

Charlotte Fry e Glamourdale all’Ecco Fei World Champioship 2022

A ben vedere, considerando le tradizioni militari nell’addestrare i cavalli da dressage e la tradizione parallela di montare con musiche nelle parate e nelle presentazioni a Corte, è per certi versi sorprendente che il dressage moderno abbia riscoperto con notevole ritardo questa branca dell’equitazione classica e cioè quella di montare con accompagnamento musicale. L’introduzione delle Kur nelle gare di Coppa del Mondo nel 1983 è stato determinante in questo senso.

Vi sono sempre stati, in realtà, degli oppositori all’introduzione delle Kur con musica nei Campionati. Si riteneva infatti che l’idea di montare una Kur con musica potesse in qualche maniera indurre ad abbandonare i “principi classici” del dressage per sopravvalutare invece gli aspetti per così dire “non equestri” delle rappresentazioni.

In realtà, se si va indietro a guardare nella storia equestre i famosi balletti dei cavalli, sicuramente non si può non prendere atto che le Kur con musica abbiano una tradizione assai antica. Ogni presentazione classica nei secoli precedenti consisteva sempre in una Kur con musica.

Ciò nonostante, la preoccupazione di degenerare e abbandonare i principi classici del dressage è stata a lungo uno dei principali motivi di opposizione da parte di molti addetti ai lavori all’introduzione delle Kur con musica nelle prove valide per Campionati internazionali ed Olimpiadi.

A mio modo di vedere questo timore non aveva e non ha ragione di esistere perché la maggior parte dei voti assegnati dal giudice in una Kur sono determinati sulla base dell’accertamento della correttezza tecnica della prova nei suoi movimenti obbligatori. Perciò i criteri classici, come la purezza delle andature, la regolarità, l’impulso, la cadenza, la riunione nonché l’armonia tra cavallo e cavaliere, sono in effetti la base per assegnare i voti per la parte tecnica di ciascuna prova e devono comunque sempre prevalere su tutto il resto.

In questo senso le regole emesse dalla FEI salvaguardano ampiamente i principi classici del dressage; esse infatti stabiliscono chiaramente che tutti i movimenti degli esercizi mostrati devono essere generati da un addestramento corretto, preservando o addirittura migliorando le andature naturali del cavallo. Movimenti ed esercizi “innaturali” non avranno mai niente a che spartire con il dressage classico: tutte quelle figure che hanno qualcosa di artificiale, come tirare su un arto con una gamba dritta, rigida e distesa o altri esercizi che fanno intravedere il cavallo come un robot ben programmato, appartengono al mondo del circo o ad altri tipi di rappresentazione, ma sicuramente non all’area della competizione classica a prescindere da quanto più o meno interessanti essi siano da guardare.

La Kür di Jessica von Bredow-Werndl e TSF Dalera BB premiata con il 92.818% al Campionato d’Europa 2023 di Riesenbeck

Non appena la Kur con musica si fece strada nelle gare di Coppa del Mondo, il desiderio di introdurre una ripresa con Kur nei Campionati Internazionali FEI e persino nelle Olimpiadi cominciò a fare capolino e, nel 1991, ai Campionati Europei di Donauschiengen la Kur con musica fu inclusa per la prima volta nel programma standard.

I concorrenti dovevano dichiarare in anticipo se, dopo il Grand Prix, intendevano partecipare al Grand Prix Special o alla Kur con musica e di conseguenza furono assegnate due serie di medaglie.

La stessa cosa accadde nei Campionati Europei del 1993 e nei Campionati del Mondo del 1994.

Nel 1995, si cambiò formula e la Kur con musica fu completamente integrata nella formula standard dei Campionati quale terza prova dopo il Grand Prix e il Grand Prix Special. Nel 1996 questa formula fu introdotta ai Giochi Olimpici di Atlanta dove la Kur divenne una componente a tutti gli effetti delle competizioni classiche di dressage.

Recentemente è stato di fatto reintrodotto un campionato tecnico (con relativa assegnazione di medaglie) nonché un campionato con assegnazione di medaglie per la Kur.

Dopo questa introduzione storica è il caso di trattare brevemente alcuni aspetti pratici su come viene costruita e giudicata una Kur.

Il foglio di protocollo di una Kur con musica è composto da due parti: una tecnica e una artistica. Il protocollo è destinato alla giuria che annoterà i propri voti per ciò che concerne l’esecuzione tecnica di ogni singolo movimento obbligatorio. Nella seconda parte della scheda la giuria esprimerà la propria valutazione sul contenuto artistico della ripresa e cioè la coreografia e l’originalità della stessa, il grado di difficoltà e la compatibilità dei rischi calcolati con il livello di addestramento del cavallo, la scelta della musica, l’armonia tra cavallo e cavaliere e la qualità delle andature espresse anche in energia ed elasticità.

Si noti che in realtà solo coreografia e scelta e interpretazione della musica costituiscono la componente “artistica” della Kur, perché in effetti qualità delle andature, l’armonia tra cavallo e cavaliere nonché il grado di difficoltà della ripresa costituiscono valutazioni tecniche della ripresa.

Bisogna subito mettere in evidenza che giudicare una Kur non è cosa di poco conto. Il giudice deve immediatamente riconoscere i movimenti obbligatori come tali, ricordando che spesso essi sono presentati in posizioni non usuali rispetto alle riprese tradizionali, per formulare il suo apprezzamento tecnico attraverso i voti. Nello stesso tempo deve avere continuamente sott’occhio la presentazione nella sua interezza, valutando l’armonia tra l’azione del cavallo e il ritmo della musica, la simmetria e la logica della ripresa, le transizioni tra una musica e l’altra e quindi tra un’andatura e l’altra durante tutta la durata del test e accertare, infine, il grado di difficoltà della ripresa sotto esame.

https://www.youtube.com/watch?v=FABT6i8z-Hk
Isabell Werth e DSP Quantaz nella finale FEI Dressage World Cup Western European League a ‘s-Hertogenbosch 2024

A prima vista sembra un compito pressoché impossibile e per questo occorre disporre di una segretaria assolutamente preparata, laddove molti commenti sull’originalità e la simmetria della ripresa sarebbero del tutto opportuni.

Chiunque abbia assistito a delle Kur con musica avrà notato che i punteggi che vengono assegnati in queste riprese sono generalmente più alti di quelli ottenuti nelle normali riprese. Questo perché la Kur con musica è meno suscettibile alle così dette “zone grigie” cioè aree di concentrazione di errori o manchevolezze insite nel disegno dei grafici tradizionali. Infatti un “cavaliere pensante” spesso sarà in grado di eseguire gli esercizi richiesti laddove il suo cavallo ha maggiori possibilità di successo e in uno stile e con una presentazione favorevoli così da migliorare il totale del punteggio. Inoltre, a ben guardare, è più facile guadagnare in percentuale nella parte artistica che non in quella tecnica e, in questo senso, i punti ottenuti per la presentazione artistica, di solito relativamente alti, finiscono con l’influenzare la percentuale totale della ripresa.

L’aspetto simpatico e attraente della Kur con musica sta nel fatto che il presentare una ripresa gradevole non è appannaggio esclusivo dei migliori cavalieri al mondo, ma può essere un compito assolto egregiamente anche da cavalieri a livello E o F.

Una Kur con musica tuttavia non è così libera come spesso si potrebbe pensare, ma deve altresì conformarsi a una serie di regole e canoni di comportamento. Qualunque Kur, non importa a quale livello, deve innanzi tutto coprire tutti i movimenti obbligatori previsti per quel tipo di ripresa; solo l’ordine in cui questi esercizi sono eseguiti è libero.

I concorrenti devono disegnare una coreografia della loro ripresa che, pur nella sua originalità, metta in grado i giudici di ben distinguere le varie figure per poter quindi assegnare appropriati voti agli esercizi eseguiti.

Nei limiti di tempo previsti per ciascuna ripresa Kur (ad esempio 6 minuti in KUR Grand Prix) i cavalieri possono anche mostrare esercizi non obbligatori (ad esempio traver o renver purché essi non eccedano il livello di difficoltà previsto per la ripresa che stanno presentando).

L’elemento più importante di una Kur con musica è che deve, per l’appunto, essere montata “con la musica”; la scelta della stessa è sì libera, ma riveste un ruolo di fondamentale importanza.

L’idea non è tanto quella di montare una ripresa accompagnata da musica, ma piuttosto di “eseguire il proprio test in musica”. Il “cavaliere pensante” selezionerà quindi musiche che possono essere gradite dal pubblico e dalla giuria.

In definitiva i vantaggi dell’introduzione delle Kur con musica per cavalieri, giuria e pubblico possono essere riassunti come segue:

  1. Il cavaliere ha l’opportunità di mostrare l’abilità del proprio cavallo nella sua pienezza e ricavare vantaggi dalle possibilità offerte dalla Kur.
  2. La “zona grigia” in queste riprese tende più o meno a scomparire con il risultato che, in generale, il punteggio totale sarà più alto di quello di un test tradizionale equivalente.
  3. I movimenti obbligatori che non vengono eseguiti correttamente in prima presentazione possono essere ripetuti una o più volte. Ciò consente di migliorare, attraverso il sistema della media dei voti, il punteggio finale di queste figure.

È infine opportuno ricordare che i cinque voti d’insieme, nel lato destro della scheda di valutazione, recano coefficienti molto alti e possono essere giudicati con uso di decimali così come nelle riprese per giovani cavalli (esempio: 7,6 – 7,8 – 8,2 – 8,3 – 9,4 – 9,5 etc)


Per rileggere gli altri capitoli del libro di Enzo Truppa:

Capitolo 1: DRESSAGE NELLA STORIA clicca qui

Capitolo 2: FONTI DELLE METODOLOGIE DI ADDESTRAMENTO clicca qui

Capitolo 3: PROFILO DEL GIUDICE DI DRESSAGE clicca qui

Capitolo 4: PROFILO DEL CAVALIERE clicca qui

Capitolo 5: PROFILO DEL CAVALLO clicca qui

Capitolo 6: CONCETTI DI BASE NEL DRESSAGE – Le andature clicca qui

Capitolo 7: ELEMENTI ESSENZIALI nell’addestramento e nel giudizio clicca qui

Capitolo 8: SVILUPPO DELLE FASE DI ADDESTRAMENTO clicca qui

Capitolo 9: IL LAVORO SU DUE PISTE clicca qui

Capitolo 10: IL LAVORO AL GALOPPO – EQUILIBRIO INNANZI TUTTO clicca qui

Capitolo 11: PIROETTE AL PASSO E AL GALOPPO clicca qui

Capitolo 12: PIAFFE E PASSAGE clicca qui

Ti potrebbe anche interessare...

Lascia un commento