Sviluppo delle fasi di addestramento/8

di Enzo Truppa

Le prime lezioni impartite al cavallo montato formano la base dell’addestramento preliminare di un soggetto giovane, nonché la base delle future sessioni di decontrazione, cioè i preliminari di ogni sessione di addestramento di qualsiasi cavallo.

Il cavallo dovrebbe essere montato in avanti, nell’andatura che meglio gli si addice, con calma, regolarità, con una mano tranquilla, piuttosto bassa e, più di tutto, elastica.

Se il cavallo è montato in avanti in maniera non corretta, tenderà a procedere affrettando l’andatura; infatti montare in avanti significa sostanzialmente stimolare gli arti posteriori del cavallo e non aumentare il tempo dell’andatura.

I problemi più gravi derivano dalla perdita della corretta sequenza nelle andature, per esempio laterizzazione al passo, galoppo a quattro tempi, mentre nel trotto il problema più comune è in genere rappresentato da tempi corti, irregolari, tesi o, come è stato definito in altra sezione del libro, tempi di cosiddetto “trotto passagé”.

In genere errori della corretta sequenza delle tre andature o addirittura perdita della sequenza sono spesso causati dall’uso eccessivo della mano non accompagnato da aiuti appropriati di gambe.

Gli esercizi di decontrazione diventano quindi fondamentali e includono frequenti transizioni da un’andatura all’altra o nell’ambito della stessa andatura, facendo sì che il cavallo prenda contatto con le redini in avanti e in basso.

Lavoro alla longe, sui cavalletti, piccoli salti con valore di ginnastica o anche il montare un po’ fuori in campagna sono tecniche di grande beneficio nella decontrazione del cavallo, purché tali esercizi siano correttamente eseguiti.


Decontrazione

La “decontrazione” è forse il tema centrale attorno al quale ruota tutto l’addestramento del cavallo. E’ un aspetto fondamentale da controllare in continuazione e, se è il caso, da sviluppare ulteriormente, prima di procedere a fasi più avanzate dell’addestramento del cavallo.

Prima di cercare di ottenere la decontrazione nel lavoro montato il “cavaliere pensante” si assicurerà del benessere del cavallo e che comunque esso sia libero da tensioni anche psichiche. Questo può essere ottenuto attraverso cure regolari in scuderia e un approccio sensibile verso l’animale, nonché attraverso un esercizio fisico adeguato e regolare.

Ciò che viene comunemente percepita come decontrazione esterna e che noi chiameremo decontrazione fisica, non può che arrivare più rapidamente quando il cavallo è rilassato anche psichicamente.

Gli esercizi di decontrazione servono altresì a riscaldare i muscoli, attivare progressivamente tendini e articolazioni, ma più di tutto consentono al cavallo di lavorare usando la schiena. Tali esercizi stimolano inoltre i posteriori a spostarsi ben sotto la massa con il risultato che il cavallo tenderà a distendersi verso l’imboccatura e cercare un contatto fiducioso con la stessa.

Se intervengono problemi in una fase più avanzata dell’addestramento, il “cavaliere pensante” dovrebbe immediatamente ritornare agli esercizi di decontrazione.

Spesso i problemi di addestramento hanno più di una causa e vanno osservati nel loro insieme. Tuttavia, se si vanno a esaminare questi problemi in dettaglio, la fase di decontrazione risulta quasi sempre coinvolta.

Ne deriva che il cavallo, molto probabilmente, non è stato correttamente addestrato.

La carenza di decontrazione può apparire in forme diverse, per esempio in una schiena contratta, in errori nella sequenza dell’andatura, negli arti posteriori senza attività, in una bocca tesa, il cavallo che non procede dritto.

 La corretta sequenza (la regolarità e la purezza dell’andatura) e la decontrazione (fisica e psichica) sono due dei criteri basilari su cui va giudicato ogni esercizio di dressage.

Nella fase preliminare dell’addestramento, cioè quando si compie il lavoro di riscaldamento e si eseguono esercizi di decontrazione, il cavallo deve essere montato con un contatto leggero. Questo è uno dei punti più travisati nell’addestramento: infatti il cavaliere non deve usare le sue mani per cercare di forzare il cavallo a prendere contatto con l’imboccatura!

Solo con un contatto leggero il cavallo può facilmente trovare un suo equilibrio, cominciare a sviluppare un ritmo corretto e quindi decontrarsi sotto il peso del cavaliere. Questo principio é valido sia per cavalli giovani sia per quelli con più esperienza.

Il cavallo deve “andare verso l’imboccatura” e quindi cercare un contatto con essa in risposta agli aiuti propulsivi del cavaliere che lo incoraggerà a ciò con un uso “sensibile” delle mani.

Quando comincerà a cercare il contatto, ciò avverrà con una posizione relativamente più bassa della testa e dell’incollatura (la bocca approssimativamente sarà in linea con la punta delle spalle). Questa è la miglior posizione per insegnargli ad allungare e rilassare l’incollatura e i muscoli della schiena.

Come abbiamo visto ciò non deve avvenire mediante aiuti forzati del cavaliere volti a tenere il cavallo in questa posizione.

Corretta sequenza delle andature e decontrazione sono punti essenziali nel dressage, ma occorre dire che tali condizioni sono molto importanti anche per il salto ostacoli e il completo.

Un cavallo che lavora decontratto è pronto a usare le sue risorse fisiche al meglio ed è quindi in grado di intraprendere qualsiasi competizione.


Sviluppo delle capacità propulsive

Sviluppare la capacità propulsiva del cavallo, o come viene comunemente detto la “fase di spinta”, significa coinvolgere il processo di stimolo degli arti posteriori a impiegarsi più attivamente e a ingaggiarsi il più possibile sotto la massa, verso il suo baricentro.

Lo sviluppo della capacità propulsiva è richiesto ben prima della capacità di “portar peso” dei posteriori, cioè prima di intraprendere esercizi tendenti a trasferire più peso dall’avantreno verso il posteriore.

Si dice che il cavallo ha un buon contatto ed è alla mano quando procede in avanti verso l’imboccatura senza tenere conto della lunghezza della sua “sagoma” che in effetti diventerà più corta in diretta relazione allo sviluppo della capacità propulsiva e all’ingaggio sempre maggiore dei posteriori sotto la massa. Il cavallo sarà così in grado di rilevare e arcuare maggiormente l’incollatura, flettendola alla nuca e portando il naso leggermente sopra la verticale.

Se il cavaliere ignora questo processo addestrativo e cerca di forzare il cavallo in una “sagoma” più corta, finirà con il bloccare l’attività della schiena e quindi dei posteriori.

Quando si giudica se un cavallo ha un corretto contatto o meno, o come si dice in gergo se è “alla mano”, non è sufficiente guardare solo l’incollatura e la testa, ma occorre in realtà osservarlo nella sua interezza e quindi valutare la sua posizione, come si porta e in particolare come si muove.

Sfortunatamente gli errori sono molto frequenti nell’addestrare un cavallo a prendere un corretto contatto con l’imboccatura.

Ciò può risultare in varie posizioni non corrette.

Ecco le più comuni:

  • Cavallo sotto la verticale o incappucciato: il cavallo porta il naso sotto la verticale; in genere ciò avviene a causa di una mano troppo forte. Questa situazione può derivare da un errore temporaneo nell’applicazione degli aiuti, una mano troppo forte in quel preciso momento e costituire il sintomo di addestramento non corretto nel suo insieme. La correzione di questo problema è spingere il cavallo in avanti e nello stesso tempo alleggerire il contatto con la mano.
  • Cavallo dietro la mano (rifiuta il contatto): questo problema implica che il naso del cavallo sia dietro la verticale ed evidenzia un problema ben più grave. Il cavallo cerca di evadere l’azione dell’imboccatura rifiutandola e quindi restando dietro il contatto con la stessa. Spesso ciò è accompagnato dal fatto che la testa è flessa a una vertebra più bassa sull’incollatura rispetto alla nuca. Per ovviare a questo problema la prima cosa da fare è ristabilire un corretto contatto, insegnando al cavallo ad avere fiducia nelle mani del cavaliere che a sua volta dovrà montare con le redini possibilmente più lunghe. Anche un attento lavoro alla longe può essere di grande aiuto, così come il montare attivamente in avanti, specialmente fuori dal maneggio, continuando comunque ad aiutare il cavallo nell’allungare l’incollatura e a cercare il contatto con l’imboccatura in basso e in avanti. Il cavaliere dovrà inoltre prestare molta attenzione nel coordinare gli aiuti propulsivi con gli aiuti di contenimento, ricordando che sarà possibile mandare il naso del cavallo in avanti solo se le mani risulteranno gentili, elastiche e portate piuttosto in basso. In nessun caso il cavaliere deve cercare di rilevare la testa del cavallo spostando le mani in alto.
  • Flessione non corretta della nuca: ciò accade quando il cavaliere cerca di stabilire un contatto con la bocca del proprio cavallo agendo con le mani dall’avanti verso il dietro. Il punto più alto dell’incollatura non sarà più quindi la nuca, ma un punto dietro essa, normalmente fra la terza e la quarta vertebra. Questo problema può diventare difficile da risolvere e in genere richiede un lungo, sistematico e corretto riaddestramento del cavallo. Occorrerà montare il cavallo risolutamente in avanti, evitando che affretti l’andatura. A tal fine sarà necessario un uso elastico e intelligente delle mani che dovranno essere pronte a cedere quel tanto che serve all’incollatura per adottare una posizione corretta. Il cavallo dovrà essere quindi riaddestrato su come distendere l’incollatura e portare la stessa decisamente in avanti in un corretto contatto verso l’imboccatura.
  • Cavallo che pesa sul ferro: in questo caso il cavallo cerca un supporto nelle mani del cavaliere usandole come “quinta gamba” a causa di un impegno insufficiente dei posteriori. Per ovviare a questo problema, il cavaliere dovrà stimolare i posteriori del cavallo ad avere una maggiore attività aumentando gli aiuti propulsivi, mentre la mano assumerà un ruolo importantissimo in quanto dovrà giudiziosamente cedere e, tramite mezzi arresti, controllare che il cavallo non proietti tutto il proprio peso sull’avantreno. Il tutto andrà combinato con frequenti transizioni. In ogni caso la cosa più importante da osservare è che il cavaliere rifiuti di “offrire” al cavallo le proprie mani come supporto.
  • Cavallo contro la mano e sopra la mano: nel caso delcavallo sopra la mano, il naso dello stesso sarà molto al di sopra della verticale, non flettendosi quindi alla nuca. I muscoli antagonisti dell’incollatura saranno usati dal cavallo per resistere alla mano del cavaliere; il tutto mentre la schiena si irrigidirà collassando. Se questoproblema viene lasciatoradicare e il cavallo sviluppa una muscolatura antagonista, occorrerà tornare al lavoro alla longe, per esempio con redini di gomma che saranno all’inizio piuttosto corte per poi gradualmente incrementarne la lunghezza con il procedere del lavoro. Questo tipo di lavoro alla longe insegna al cavallo a distendersi e lavorare in una posizione corretta senza il problema aggiuntivo del peso delcavaliere sulla schiena ecosì facendo verrà sviluppata gradualmente una corretta muscolatura. Se si tenta di correggere questo problema con un cavallo montato, si dovrà porre particolare attenzione alla fase di riscaldamento e decontrazione, insistendo evidentemente molto di più sugli esercizi di decontrazione. In effetti se il cavallo è decontratto e la sua schiena oscilla correttamente si potrà sicuramente stabilireun buon contatto tra la bocca delcavallo e le mani del cavaliere. In questa situazione occorrerà montare assicurando una posizione abbastanza distesa dell’incollatura, vale a dire consentendo al cavallo di allungarsi frequentemente in avanti e in basso al fine di sviluppare una corretta muscolatura.  L’uso della redine di apertura, cioè una redine che agisce verso il lato interno del cavallo, non tirando, è di sicuro aiuto per mostrare alcavallo la via per distendere l’incollatura verso il basso. Il modo migliore per raggiungere questo obiettivo è montare su linee curve cambiando frequentemente lato. Va notato che alcuni cavalli, a causa della loro conformazione e della struttura dell’incollatura, quando viene richiesta una posizione allungata dell’incollatura stessa e con relativa cessione alla nuca, tendono a mostrare il naso un po’ sotto la verticale. In tal caso il cavaliere dovrà assicurarsi immediatamente che l’attività dei posteriori sia mantenuta, ma soprattutto dovrà evitare di accorciare l’incollatura del cavallo, perché ciò creerebbe tensione e, dal momento che l’incollatura è l’elemento principale del suo equilibrio, tale attitudine comprometterebbe seriamente la possibilità del cavallo stesso di procedere in equilibrio.

Impulso

L’impulsopuò essere sviluppato e migliorato eseguendo transizioni da un’andatura all’altra o nell’ambito della stessa andatura.

Si dovrà prestare particolare attenzione a mantenere lo stesso ritmo durante le transizioni e ad applicare aiuti di redini molto discreti durante le transizioni a scendere per non influenzare negativamente il movimento in avanti dei posteriori del cavallo.

Quando il cavallo lavora con impulso il momento di sospensione risulterà più pronunciato, anche se ciò non va comunque confuso con la sospensione “negativa” che denota il cosiddetto “trotto passagé”, frutto sostanzialmente di tensione.

Il risultato più immediato della produzione di impulso sarà che l’attività dei posteriori verrà aumentata così che gli arti si staccheranno più energicamente dal terreno e il cavallo sarà in grado di mostrare un’andatura che copra sempre più spazio.

Se il cavallo lavora con impulso finirà col rispondere correttamente agli aiuti propulsivi del cavaliere, vale a dire non tenterà di affrettare o cadere sull’avantreno, ma lascerà che l’impulso provenga dal treno posteriore.

Lo sviluppo e il miglioramento dell’impulso sono di importanza fondamentale sia nello stimolare il desiderio di portarsi in avanti del cavallo, sia, più avanti, nell’aumentare la sua capacità di portar peso sui posteriori.

L’impulso è anche il prerequisito fondamentale per montare il cavallo dritto e quindi per ottenere, infine, una corretta riunione.


Sviluppo della capacità di portar peso dei posteriori

L’addestramento specificamente rivolto a rendere il cavallo dritto e quindi a riunirlo non può essere iniziato sino a che il desiderio di portarsi in avanti, cioè l’impulso, non sia completamente stabilizzato.

Il miglioramento dell’impulso e il rendere il cavallo dritto sono obiettivi essenziali prima di prepararlo a una maggiore riunione. Il cavallo deve, prima di tutto, essere montato in avanti, (concetto chiaramente espresso nel libro di Gustav Steinbrecht Das Gymnasium des Pferdes: “monta il tuo cavallo in avanti e mettilo dritto”) e da ciò se ne deduce che aiuti che agiscono in direzione retrograda risulteranno sempre scorretti.

Gli esercizi specifici per rendere il cavallo dritto non possono essere cominciati fino a che il desiderio di portarsi in avanti e l’impulso non siano stati correttamente sviluppati, poiché per rendere un cavallo dritto occorre che esso vada risolutamente in avanti.

Se il cavallo, per esempio, è storto a destra, vale a dire con il posteriore destro che segue una traccia esterna rispetto a quella dell’anteriore, significa che lo stesso posteriore tende a scappare di lato per evitare di flettersi. Ciò sarà all’origine di un maggior carico di peso sulla spalla sinistra, così che il cavallo tenderà a irrigidirsi sulla redine di quel lato. Sul lato sinistro i muscoli del cavallo diverranno più tesi e tenderanno a non cedere. Questo diverrà perciò il lato “rigido”, anche se il lato “difficile” è quello concavo, cioè il destro. Questo perché il suo posteriore destro tende a scappare di lato e quindi il cavallo a sua volta tenderà a mettersi contro la gamba destra del cavaliere rifiutando di accettare il contatto sulla redine destra. In tal caso l’addestramento dovrà essere volto a far sì che il posteriore destro si proietti in avanti sotto la massa e, a questo punto, il cavallo si allungherà in avanti prendendo un corretto contatto anche sulla redine destra. Se tale correzione avrà successo, si noterà che la rigidità sul lato sinistro del cavallo scomparirà quasi del tutto.

Gli esercizi per far sì che il cavallo proceda dritto sono costituiti dall’esecuzione di linee curve, circoli, cessioni alla gamba e, più tardi, dal lavoro su due piste, specialmente spalla in dentro.

Tutti questi sono esercizi che aumentano l’obbedienza alle gambe; alla stessa maniera il controgaloppo è di enorme beneficio a questi fini.

La riunione può essere ottenuta solo attraverso un addestramento correttamente strutturato,

con pazienza e dedizione.

Se il cavallo lavora con impulso, l’esecuzione di transizioni su linee dritte o curve, farà sì che il cavallo impari a procedere dritto, migliorando quindi la sua capacità di riunirsi.

Il desiderio di portarsi in avanti del cavallo aumenterà in risposta agli aiuti propulsivi del cavaliere, il quale, invece di cedere con le sue mani consentendo all’energia creata di fluire in avanti come è il caso di fare quando si allungano le folate, farà sì che la sua mano non ceda, per “catturare” l’energia che verrà passata, attraverso una schiena morbida, indietro fino ai posteriori. Ne risulterà che la capacità di portar peso dei posteriori del cavallo tenderà ad aumentare.

“Catturare l’energia” creata richiede un uso “sensibile” delle mani e una certa dose di talento per non rischiare di restringere il movimento in avanti dei posteriori.

Tutti gli esercizi che insegnano al cavallo a trasferire peso sui posteriori sono esercizi “di riunione”, vale a dire esercizi che aumentano e migliorano la riunione. Per fare un esempio, i mezzi arresti eseguiti correttamente e le transizioni all’alt sono esercizi primari in questo senso.

La differenza tra un esercizio per migliorare la  riunione e un esercizio “in riunione” sta nella maniera in cui è eseguito. Per esempio, se si inizia il training di base, i passi indietro vengono utilizzati come esercizio di miglioramento della riunione e in tal caso la testa e l’incollatura del cavallo possono essere leggermente più abbassate per far sì che il cavallo impari a usare la propria schiena sempre di più. In una fase di addestramento più avanzato, la testa e l’incollatura del cavallo dovrebbero essere invece portate più alte e il cavallo dovrebbe rimanere in assoluto equilibrio: così effettuato, l’indietreggiare è un esercizio “in riunione”.

Una regola d’oro è montare attivamente in avanti tra un esercizio e l’altro per lo sviluppo della riunione o comunque continuare a eseguire esercizi che rendano il cavallo dritto, preservando, innanzi tutto, la purezza delle andature.

Se il cavallo pesa sul ferro, altera il ritmo o resiste alle gambe irrigidendo schiena e nuca, significa che l’addestramento che porta alla riunione è stato mal eseguito o che al cavallo è stato richiesto “troppo” in breve tempo.

Se d’altro canto il cavallo procede ritmicamente con andature espressive, si avrà un chiaro segnale che l’addestramento per la riunione è stato graduale e corretto: il cavallo sarà allora in grado di muoversi in avanti, nonostante il peso del cavaliere, in decontrazione, mantenendo ritmo e impulso. Per esempio nell’esecuzione del  trotto medio, manterrà un contatto leggero e allungherà la sua sagoma per poter coprire più terreno.

Nella transizione indietro al trotto riunito di un soggetto ben addestrato si noterà, d’altro canto, che l’impulso che mostrava nel trotto medio si sarà trasformato, allorché si passa appunto al trotto riunito, in tempi di trotto più espressivi e con una buona cadenza (dressagistica).

La durata degli esercizi di riunione o l’addestramento che porta al miglioramento della riunione dipende da quanto il cavallo sia in forma e da quanto sia preparato a eseguire tali esercizi. Va ricordato che se si tende a strafare si porterà il cavallo a mostrare resistenze e tensione.

La posizione della testa del cavallo è in stretta relazione con il suo grado di riunione. Il cavallo dovrebbe muoversi con la testa e la incollatura rilevate proporzionalmente al grado di riunione ottenuto.

Se un cavallo, pur essendo alla mano, tende a portare meno peso sui posteriori, mostrerà la testa e l’incollatura più basse e quest’ultima risulterà visivamente più lunga.

Di contro, se il peso viene trasferito sempre più sul treno posteriore, viene cioè accentuata la riunione, l’avantreno diverrà più leggero. I posteriori del cavallo si abbasseranno per effetto di una loro maggiore flessione, con il risultato che il cavallo sembrerà più alto davanti e nella posizione “ideale” del dressage che in inglese viene definita “uphill”. Attraverso un corretto addestramento questo modo di portarsi del cavallo si svilupperà pressoché naturalmente.

Un grande equivoco su questo argomento nasce dal fatto che molti cavalieri tendono a rilevare la testa del cavallo principalmente attraverso l’uso delle mani: ciò non è corretto perché la posizione della testa non sarà più in relazione al grado di ingaggio dei posteriori. Il cavallo non si porterà da sé, cioè non sarà in equilibrio, mentre il cavaliere tenderà a supportare, attraverso l’uso delle mani, il rilevamento di testa e incollatura influenzando così negativamente l’attività dei posteriori. Alla fine il cavallo non lavorerà correttamente attraverso la schiena.

Se la capacità di portar peso dei posteriori è sufficientemente sviluppata, il cavallo sarà in grado di equilibrarsi da sé e muoversi con il cosiddetto “self carriage” a qualsiasi andatura, malgrado il fatto che il peso del cavaliere tenda ad aggravare questa ricerca di equilibrio.

Il cavaliere può accertare se il grado di equilibrio raggiunto dal proprio cavallo è appropriato attraverso una cessione e successiva ripresa delle redini per alcuni tempi di trotto o folate di galoppo. In tal caso, il cavallo dovrebbe rimanere in “self carriage” senza alcun supporto da parte delle mani del cavaliere.


Cavallo negli aiuti (Durchlassig)

La cosiddetta “durchlassigkeit” è il risultato di un corretto processo di ginnasticamento del cavallo. Se il cavallo possiede la “durchlassigkeit” (non agevolmente traducibile in altre lingue e per l’italiano abbiamo scelto appunto la dizione “cavallo negli aiuti” – cfr. sezione del libro apposita) si avrà la prova definitiva che il suo addestramento è proceduto correttamente.

La “durchlassigkeit” è intimamente correlata e interconnessa con alcuni aspetti fondamentali dell’addestramento di un cavallo di dressage :

  • La corretta sequenza delle tre andature è sempre mantenuta correttamente, anche nelle transizioni.
  • Solo se il cavallo si muove decontratto l’energia sviluppata dai posteriori potrà passare attraverso il corpo del cavallo stesso. In effetti senza decontrazione è pressoché impossibile applicare aiuti di contenimento attraverso la bocca, la nuca, l’incollatura, la schiena fino ai posteriori del cavallo stesso.
  • Qualsiasi problema di contatto, vale a dire rigidità o contatto non regolare nella connessione tra le mani del cavaliere e la bocca del cavallo, influenzerà negativamente l’abilità di quest’ultimo di “lasciar passare” gli aiuti.
  • Un cavallo che mostri di lavorare con impulso, usando la propria schiena, che così oscillerà correttamente, risulterà decontratto, con i posteriori ingaggiati e accetterà di buon grado sia gli aiuti propulsivi che quelli di contenimento.
  • Finché il cavallo non procederà diritto, non si potranno applicare mezzi arresti in egual misura a entrambe le mani, né sarà possibile spingerlo in un contatto ideale in risposta agli aiuti propulsivi del cavaliere, senza che i posteriori tendano a scappare in fuori.
  • Il punto precedente, come già visto in altra parte del libro, è essenziale per migliorare la riunione del cavallo e quindi per ottenere il rilevamento dell’incollatura e la testa del cavallo stesso nella posizione ideale “uphill”.
  • Se il cavallo risponde correttamente ai vari esercizi eseguiti in riunione, portando i suoi posteriori sotto la massa in egual misura verso il baricentro e quindi trasferendo più peso sul suo treno posteriore, si avrà sicura indicazione che si è raggiunto un alto grado di “durchlassigkeit” e perciò il cavallo risulterà “negli aiuti”.

Tale “stato” del cavallo è il fine ultimo da ricercare attraverso un corretto addestramento e il suo accertamento costituirà il compito principale del buon giudice di dressage.

Capitolo 1: DRESSAGE NELLA STORIA clicca qui

Capitolo 2: FONTI DELLE METODOLOGIE DI ADDESTRAMENTO clicca qui

Capitolo 3: PROFILO DEL GIUDICE DI DRESSAGE clicca qui

Capitolo 4: PROFILO DEL CAVALIERE clicca qui

Capitolo 5: PROFILO DEL CAVALLO clicca qui

Capitolo 6: CONCETTI DI BASE NEL DRESSAGE – Le andature clicca qui

Capitolo 7: ELEMENTI ESSENZIALI nell’addestramento e nel giudizio clicca qui

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