Dressage olimpico: un viaggio lungo 100 anni/1

di Umberto Martuscelli

In un’intervista di alcuni anni or sono quando le è stato chiesto se avesse mai saltato, o se mai avesse desiderato farlo, Valentina Truppa ha dato una risposta molto spiritosa: «Per me i cavalli devono rimanere con i piedi per terra!». Ebbene, per sua fortuna la nostra favolosa campionessa di dressage è nata nel 1986 e alle Olimpiadi ha partecipato nel 2012 e nel 2016: perché se fosse invece venuta al mondo… qualche anno prima alle Olimpiadi di dressage avrebbe comunque dovuto saltare! Eh sì, proprio così… Ai Giochi Olimpici di Stoccolma 1912 – i primi che hanno proposto le gare delle tre specialità dello sport equestre – il programma della ripresa di dressage non contemplava ancora piaffe e passage ma in compenso prevedeva ben cinque ostacoli di altezza fino a un massimo di un metro e dieci centimetri. Non solo: al termine della ripresa il concorrente doveva saltare una specie di cilindro dipinto di sgargianti colori che gli rotolava incontro… ! E come se non bastasse, veniva assegnato un punteggio extra al concorrente che fosse in grado di eseguire tutto questo (ripresa in piano compresa) impugnando le redini con una sola mano…

Era il 1912: le cose per fortuna in seguito sono cambiate, e anche di molto. Vediamo dunque cosa è accaduto nel rettangolo olimpico a partire proprio da quella primissima – e lontanissima… – edizione svedese.

1912 STOCCOLMA

In gara un totale di 21 concorrenti – solo militari e solo uomini – rappresentanti otto nazioni: Svezia, Germania, Russia, Francia, Stati Uniti, Norvegia, Danimarca, Belgio. Come detto, erano previsti anche cinque ostacoli da saltare, tra cui un fosso (con barriera davanti) per una larghezza di tre metri… E poi alla fine della prova un “obedience test”: questo rullo di un metro e 50 per un diametro di 80 centimetri che rotolava verso il cavallo e che doveva ovviamente essere saltato… Podio tutto svedese: oro per Carl Bonde su Emperor, argento per Gustaf Boltenstern su Neptun, bronzo per Hans von Blixen-Finecke su Maggie. Non era prevista la classifica a squadre: comparirà solo nel 1928. Tra i concorrenti anche il francese Jean Cariou (14° su Cocotte) e il belga Emmanuel de Blommaert (21° su Clonmore), grandi protagonisti nella gara olimpica di salto ostacoli: rispettivamente medaglia d’oro su Mignon e di bronzo sullo stesso Clonmore.

Carl Bonde 1912 – ©Linda Sandgren (Swedish Olympic Committee)
1920 ANVERSA

Olimpiade difficile, organizzata solo due anni dopo la fine della prima guerra mondiale (cancellata l’edizione 1916, ovviamente). In dressage partecipano 17 concorrenti in rappresentanza di cinque nazioni: Francia, Svezia, Stati Uniti, Belgio, Norvegia. Ancora una volta il podio è tutto svedese: oro per Janne Lundblad, argento per Bertil Sandstroem su Sabel, bronzo per Hans von Rosen su Running Sister. Il rettangolo misura 50×20, i giudici sono quattro, la ripresa dura dieci minuti, il punteggio di ciascun concorrente corrisponde alla media dei punteggi di ciascun giudice, il punteggio massimo a disposizione di ciascun giudice è di 30. In gara anche il maggiore belga Gaston de Trannoy, futuro presidente della Fei.

1924 PARIGI

I concorrenti sono 24 per nove nazioni: Francia, Svizzera, Svezia, Cecoslovacchia, Belgio, Austria, Bulgaria, Olanda, Jugoslavia. Nel rettangolo di 60×20 il tempo a disposizione per completare la ripresa è di dieci minuti e mezzo: troppo breve rispetto al programma richiesto. Succede dunque che i primi concorrenti incorrano in pesanti penalizzazioni, mentre coloro i quali divengono consapevoli del problema effettuano una ripresa… di velocità, soprattutto tagliando di molto gli angoli. I cinque giudici siedono a un lungo tavolo comune disposto su uno dei due lati corti. Vince la medaglia d’oro in sella a Piccolomini lo svedese cinquantaseienne Ernst von Linder, generale in pensione: gareggia in frac rosso… Argento ancora una volta per lo svedese Bertil Sandstroem su Sabel, bronzo per il francese Xavier Lesage su Plumarol.

1928 AMSTERDAM

Ventinove i concorrenti in rettangolo per 12 nazioni. Per la prima volta c’è la classifica anche a squadre. Questa è l’edizione dei Giochi in cui il numero dei binomi componenti ciascuna rappresentativa ufficiale in gara nelle tre specialità dello sport equestre passa da quattro a tre (per il dressage dunque non è un ‘passaggio’ bensì un inizio). La ripresa rimane identica a quella del 1924, ma il tempo a disposizione passa da 10 a 13 minuti a seguito dei problemi che si erano verificati a Parigi. Per la prima volta si evidenzia in modo conclamato la parzialità dei giudici (tra loro anche il maggiore barone Gaston de Trannoy) e la loro discutibile coerenza nell’attribuire i punteggi. Se ne parla molto a gara terminata e nascono diverse proposte: non tenere in considerazione il punteggio più alto e quello più basso; dedurre 20 punti da ciascun punteggio attribuito da un giudice della stessa nazionalità del concorrente; ridurre la giuria a un solo componente di nazionalità diversa da quella dei concorrenti. Tuttavia nessuna di queste soluzioni viene considerata ottimale e dunque le cose rimangono immutate (fino al 1956: anno in cui, come si vedrà, si verifica un vero e proprio scandalo… ). Vince la medaglia d’oro individuale il tedesco Carl Friedrich von Langen su Draufgaenger, l’argento il francese Pierre Marion su Linon, il bronzo lo svedese Ragnar Olson su Guenstling. Tra le squadre vittoria della Germania (Carl Friedrich von Langen su Draufgaenger, Hermann Linkenbach su Gimpel, Eugen von Lotzbeck su Caracalla) davanti a Svezia (Ragnar Olson su Guenstling, Carl Bonde su Ingo, Janne Lundblad su Blackmar) e Olanda (Jan Hermannus van Reede su Hans, Pierre Versteegh su His Excellence, Gerhard le Heux su Valerine).

Carl Friedrich von Langen su Draufgaenger, 1928
1932 LOS ANGELES

Evento penalizzato dalla grande distanza rispetto all’Europa e dai collegamenti difficili e costosissimi: alle gare dello sport equestre partecipano solo 11 concorrenti in salto ostacoli, 10 in dressage, 14 in completo… I 10 del dressage rappresentano Francia, Svezia, Stati Uniti e Messico. I giudici sono tre: uno statunitense, uno francese e uno svedese. La ripresa dura 16 minuti e per la prima volta compaiono piaffe e passage. Si verifica un fatto… curioso: durante la ripresa di Bertil Sandstroem su Kreta uno degli assistenti dei giudici dichiara di aver udito il cavaliere svedese schioccare la lingua, cosa vietata dal regolamento della Fei. A ripresa terminata, Sandstroem ribatte che si sarebbe trattato di un rumore determinato dal cuoio della sua sella nuova. La questione viene portata all’attenzione della giuria d’appello composta dallo statunitense Guy Henry, presidente della Fei, dallo svedese Clarence von Rosen, vice presidente della Fei, dal francese Georges Hector, segretario generale della Fei. Loro decidono che Sandstroem debba essere retrocesso all’ultimo posto della classifica individuale (avrebbe in realtà conquistato la medaglia d’argento… ), mantenendo tuttavia il suo punteggio valido per la classifica a squadre… ! Così la medaglia d’oro individuale va al francese Xavier Lesage su Taine, quella d’argento al francese Pierre Marion su Linon, quella di bronzo allo statunitense Hiram Tuttle su Olympic. La Francia conquista il primo posto con Marion e Lesage ai quali si aggiunge André Jousseaume su Sorelta, la Svezia il secondo (Thomas Bystroem su Gulliver, Gustaf Boltenstern su Ingo, Bertil Sandstroem su Kreta), gli Stati Uniti il terzo (Hiram Tuttle su Olympic, Isaac Kitts su American Lady, Alvin Moore su Water Pat).

1936 BERLINO

Olimpiadi del minaccioso e violento gigantismo nazista: le ultime prima della seconda guerra mondiale. Alla prova di dressage assistono 20 mila persone: vi partecipano 29 concorrenti in rappresentanza di 11 nazioni. Il più giovane tra tutti vince la medaglia d’oro individuale: il tedesco Heinz Pollay, 28 anni, in sella a Kronos, cavallo di soli 8 anni allevato da Otto Loerke, il quale è allevatore anche del cavallo che conquista la medaglia d’argento, Absinth, sotto la sella del tedesco Freidrich Gerhard. La medaglia di bronzo è dell’austriaco Alois Podhajsky sul purosangue Nero. A proposito di età: il più anziano concorrente in rettangolo con i suoi 72 anni è il generale austriaco in pensione Artur von Pongracz (16° individuale e 4° a squadre su Georgine), il quale aveva già partecipato alle Olimpiadi nel 1924; il cavallo più giovane Revue, 7 anni, montato dallo svizzero Hans Moser (22° individuale), quello più anziano Csintalan, 18 anni, sotto la sella dell’ungherese Pal Kemery (26° e 6°). La Germania conquista l’oro con Heinz Pollay su Kronos, Friedrich Gerhard su Absinth, Hans von Oppeln-Bronikowski su Gimpel; argento per la Francia con André Jousseaume su Favorite, Gerard de Balorre su Debaucheur, Daniel Gillois su Nicolas; bronzo per la Svezia con Gregor Adlercreutz su Teresina, Sven Colliander su Kal, Folke Sandstroem su Pergola.

Heinz Pollay, 1936

(1 – continua)

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