Quando si tratta dell’addestramento di un cavallo da dressage occorre, come abbiamo visto nella precedente breve rassegna storica, fare riferimento alle fonti a cui ci si ispira o comunque ai metodi ai quali ci si allinea e ci si riferisce nel procedere nell’addestramento. L’arte classica del dressage, oggi praticata a livello internazionale, sostanzialmente si basa sui metodi insegnati alla Scuola Spagnola di Vienna che a loro volta si basavano sugli insegnamenti di De La Guérinière. Purtroppo, a parte il lavoro di De La Guérinière, questi metodi sviluppati alla Scuola Spagnola di Vienna, si fondavano esclusivamente su tradizioni orali e quelle poche annotazioni scritte esistenti sono sicuramente incomplete.
Il riferimento più importante di questi metodi a nostra disposizione, è compreso nelle Direttive, pubblicato da Von Holbein nel 1898.
Sebbene queste Direttive diano delle indicazioni di massima, rivelano, comunque, la straordinaria conoscenza dell’autore dei metodi di addestramento in uso alla Scuola.
Sul filone di queste Direttive, per chi abbia piacere di approfondire le proprie conoscenze, sicuramente vi è il libro di De La Guérinière del 1751, quello di Max Ritter Von Weyrother del 1814, quello di Luis Seeger del 1844, ma, più di tutti, il più volte citato libro di Steinbrecht Das Gymnasium des Pferdes.
Diamo una breve descrizione di questi libri e degli autori cominciando con François Robichon De La Guérinière, la cui importanza è già stata ampiamente menzionata. Istruttore capo sotto Luigi XIV in Francia, le prime tracce di De La Guérinière risalgono al 1716, quando divenne responsabile della famosa Accademia Equestre di Parigi che prima di lui era stata diretta dal suo maestro François Ann De Vendeuil. Dal 1730 fino alla sua morte, avvenuta nel 1751, De La Guérinière diresse le scuderie reali di Tuileries, fondate da Pluvinel, (maestro di Luigi XIII) circa cento anni prima. Il libro di De La Guérinière “Ecole de Cavalerie” fu pubblicato per la prima volta nel 1733 e ripubblicato negli anni tra il 1740 e il 1802 sotto vari titoli.
Grazie alla chiarezza e all’importanza dei metodi ivi descritti, questo testo fu adottato da Von Holbein quale base per i metodi di addestramento impiegati alla Scuola Spagnola di Vienna.
Nell’introduzione, De La Guérinière sostiene che il suo libro non è inteso a promuovere le sue idee e i suoi metodi, ma a spiegare che le sue conoscenze tecniche si basavano altresì sullo studio di libri pubblicati dai migliori autori dell’epoca ; i loro insegnamenti erano integrati poi con quanto acquisito sulla base della sua esperienza e di quanto a lui trasmesso dal suo maestro De Vendeuil e, ancor di più, dai suoi predecessori Du Plessis e De La Vallée.
Il libro Ecole de Cavalerie si compone di tre capitoli:
1- la conoscenza del cavallo nella scuderia e fuori dalla scuderia;
2- metodi di addestramento;
3- trattamento delle malattie.
Questa classificazione mostra chiaramente la portata delle conoscenze che ci si attendeva, all’epoca, da parte di un cavaliere e che, a mio modo di vedere, dovrebbero in qualche maniera applicarsi anche ai cavalieri dei nostri giorni.
L’obiettivo di De La Guérinière era quello di ottenere, attraverso un lavoro sistematico, un cavallo che fosse in ultima analisi decontratto, ubbidiente, piacevole nei movimenti e confortevole da montare per il cavaliere. Tali caratteristiche combaciano perfettamente con il concetto di “HAPPY ATHLETE”, introdotto recentemente nei Regolamenti FEI.
Max Ritter Von Weyrother fu sicuramente il cavaliere di maggior prestigio di una famiglia di cavalieri eccezionali. Arrivò alla Scuola Spagnola di Vienna nel 1813 e ne divenne capo istruttore nel 1825. Morì nel 1833. Nel 1814, Weyrother pubblicò un libricino chiamato Come selezionare una imboccatura. Dopo la sua morte fu pubblicato, nel 1836, un libro con il titolo Estratto di citazioni raccolte da amici di Max Ritter Von Weyrother.
Questi estratti servono a dare un’idea della reputazione di quest’uomo e dimostrano (cosa notevole per quei tempi) che gli fu chiesto di preparare un piano di addestramento per la Scuola di Cavalleria Austro-Ungarica. In questo libricino si ritrovano i principi di addestramento impiegati alla Scuola Spagnola di Vienna fino ai giorni attuali e ciò è la dimostrazione della qualità del suo insegnamento e dell’eredità che egli lasciò ai “Bereiter” (istruttori capo) che gli sono succeduti. Weyrother, come abbiamo visto, si atteneva strettamente agli insegnamenti di De La Guérinière e, nel lavoro che abbiamo sopra citato, si occupò principalmente del cavaliere. Si deve a lui il conio della frase “cavaliere pensante” ancora in uso alla Scuola Spagnola di Vienna, concetto di cui tratteremo un capitolo dedicato al profilo del cavaliere di dressage e che sottolinea la necessità di supportare l’abilità pratica con adeguate conoscenze teoriche.
La sua reputazione valicò le frontiere dell’Austria, come dimostra lo scritto del Barone tedesco Biel Il cavallo nobile pubblicato nel 1830. Biel fu molto critico sul fatto che i metodi di equitazione in uso in Germania a quel tempo si basavano su cavalli esageratamente chiusi davanti con un atteggiamento innaturale e che solo visitando la Scuola Spagnola di Vienna e grazie all’istruttore capo Weyrother aveva scoperto e apprezzato dei metodi di addestramento molto differenti. Auspicò quindi che qualunque allevatore potesse avere la fortuna di avere i suoi cavalli addestrati con questi principi.
Louis Seeger aprì la sua prima scuola privata d’equitazione a Berlino e, nel 1844, pubblicò il suo libro Sistema dell’arte equestre, per il quale ricevette a quell’epoca una medaglia d’oro. Pubblicò anche nel 1852 Monsieur Baucher e i suoi metodi che, sostanzialmente, costituiva un avvertimento severo ai cavalieri tedeschi sull’uso dei metodi di Baucher, esprimendo la sua opinione sui danni che potevano derivare dalla loro applicazione. Seeger era un allievo di Max Ritter Von Weyrother, i suoi sistemi erano completamente influenzati dal suo istruttore e in linea con i principi insegnati alla Scuola Spagnola di Vienna. Secondo tali insegnamenti un cavallo, anche addestrato fino a livello di Grand Prix, deve risultare perfettamente utilizzabile anche per altri scopi.
Nel “Sistema dell’arte equestre” il lettore troverà riferimenti continui agli estratti di Weyrother, integrati dalle esperienze dell’autore e spiegati ancor più in dettaglio. Per questa ragione si può affermare che questo libro contenga gli insegnamenti di De La Guérinière e di Weyrother in una sequenza metodica oltre allo spazio dedicato alle leggi dell’equilibrio e alla riprova delle sue teorie attraverso le leggi della fisica.
Seeger, a differenza dei suoi contemporanei, scrisse un libro veramente semplice, che contiene informazioni tuttora utilissime.
Un altro importante riferimento ai metodi di addestramento impiegati alla Scuola Spagnola di Vienna è dato da Von Holbein nelle sue Istruzioni per la Cavalleria Austriaca, che coincidono quasi completamente con i libri di Weyrother e Seeger. Se si comparano le sue Istruzioni, pubblicate tra il 1873 e il 1898, con i libri degli altri autori, quasi non si trovano differenze se non per alcune espressioni di poco conto. In effetti l’edizione del 1898 fu poi usata dalla Cavalleria in Austria fino al 1938. A ben vedere Von Holbein ha sicuramente il credito di avere per primo tradotto in opera scritta le istruzioni d’addestramento del cavallo per la Scuola Spagnola di Vienna che, come abbiamo visto prima, erano solo tramandate oralmente. Egli pubblicò queste direttive nel 1898 e lo stesso anno fu nominato Direttore della Scuola, posizione che conservò fino all’ottobre del 1901. Nell’introduzione alle sue direttive Von Holbein mette in evidenza il fatto che, allorché si accorci il tempo a disposizione per addestrare un cavallo, e questa universale attitudine ad accelerare l’addestramento un cavallo diveniva sempre più pressante, ciò non può che causare un declino nell’arte equestre, cosa che all’epoca si notava nei vari eserciti che praticavano ancora attività equestri.
Vediamo in cosa consistevano i principi della Scuola Spagnola di Vienna.
L’arte equestre si fonda su tre differenti fasi di addestramento, ciascuna delle quali ha un ruolo vitale.
Fase 1: montare il cavallo con un portamento naturale, su linee dritte, nelle andature ordinarie, in un movimento libero pieno di impulso, con le redini in contatto e anche con redini lunghe. Questo veniva definito il montare in avanti e dritto e poteva essere fine a se stesso.
Fase 2: montare il cavallo in riunione, in circoli e in volte, a tutte le andature e in perfetto equilibrio. Ciò migliora l’impulso naturale del cavallo, fa progredire positivamente il suo portamento e le sue andature, rinforza i suoi muscoli e, cosa principale, rende le sue articolazioni flessibili e decontratte. La bravura del cavallo nell’esecuzione di figure di dressage e l’equilibrio dello stesso aumenteranno, la sua capacità di apprendimento e la sua intelligenza saranno risvegliate.
Questa seconda fase di addestramento deve essere sviluppata dopo che la prima fase sia stata completata ed è l’unica possibile preparazione per la terza fase, chiamata di “Alta Scuola”. Secondo questi principi, solo con tale progressione il cavaliere potrà un giorno accedere al tempio dell’arte dove risiede l’Alta Scuola.
Fase 3: montare il cavallo in grande riunione con regolarità, decontrazione e con una più sviluppata flessione delle articolazioni nonché un maggiore impegno del treno posteriore a tutte le andature. Questa fase non può esistere senza le prime due e in effetti questa risente dei risultati dell’impiego dei metodi di tutte e tre le fasi.
Viene opportunamente puntualizzato che ogni cavaliere della “Scuola” deve conoscere perfettamente in quale fase di addestramento è impegnato il proprio cavallo in quel momento e quindi su quali metodi dovrà basare le lezioni che gli impartirà e quale obiettivo si è preposto di raggiungere. Ogni cavaliere non deve essere solo in grado di ben montare, ma deve anche “pensare” poiché solo un “cavaliere pensante” sarà in grado di raggiungere il proprio obiettivo in un tempo relativamente ragionevole, senza rovinare il suo cavallo.
In conclusione Von Holbein afferma, nelle sue Direttive, che l’arte equestre va tolta dalla nebulosa del mistero e resa veritiera e di facile applicazione dalla sua stessa semplicità.
Per tornare al capitolo 1, CLICCA QUI