Il lavoro al galoppo: equilibrio innanzi tutto /10

di Enzo Truppa

Il trotto è un’andatura che può essere considerevolmente migliorata e perfezionata attraverso un corretto lavoro, mentre il passo può deteriorarsi con un cattivo addestramento; il galoppo, infine, può essere solo relativamente migliorato, nella mia esperienza direi in misura non superiore al 20 – 30 %.

Un buon galoppo deve denotare una chiara sequenza a tre tempi con un ben distinto momento di sospensione e, idealmente, il cavallo deve procedere con incollatura e testa ben rilevate (in realtà come conseguenza dell’abbassamento del treno posteriore) (“uphill”).

In ogni caso il cavallo deve mostrarsi in equilibrio sin dalle fasi preliminari di addestramento per questa andatura.

La percentuale di miglioramento del galoppo riferita sopra può essere raggiunta solo attraverso frequenti transizioni da un buon trotto riunito o dal passo al galoppo e viceversa. In effetti continuare a lavorare il cavallo al galoppo senza effettuare transizioni tende in genere a stancarlo senza apportare miglioramenti significativi.

Alcuni cavalli, dotati di un buon galoppo, hanno più facilità di decontrazione in questa andatura; se questo fosse il caso, tale circostanza non va assolutamente sottovalutata e già dall’inizio della sessione di lavoro montato si eseguiranno esercizi di decontrazione al galoppo.

All’inizio dell’addestramento, alcuni cavalli offrono un galoppo con una groppa molto alta; in tal caso è consigliabile montare un po’ più in avanti, tenendo altresì presente che montare energicamente in avanti al galoppo, tornando gradualmente indietro, produce un eccellente effetto di decontrazione della schiena del cavallo dovuto al fatto che i posteriori, sollecitati a venire più sotto la massa, attivano, per l’appunto, la muscolatura della schiena favorendone l’oscillazione.

Come già accennato in precedenza, frequenti transizioni trotto-galoppo, galoppo-trotto hanno un effetto di decontrazione sul cavallo. In effetti, con un cavallo che abbia già raggiunto un buon grado di addestramento al trotto, si potrà utilizzare questa andatura per migliorare la qualità del galoppo, intensificando proprio la frequenza delle transizioni. Le transizioni dal passo al galoppo e viceversa dal galoppo al passo migliorano invece la riunione al galoppo, purché le partenze e le transizioni a “scendere” siano effettuate correttamente e con il cavallo che mantenga un “contatto” corretto.

Nell’addestrare un cavallo giovane nella transizione dal galoppo al passo si può comunque accettare, almeno ai primi tentativi, che effettui alcuni tempi di trotto prima di scendere al passo definitivamente, purché ciò consenta di mantenere la necessaria leggerezza degli aiuti e gli permetta di comprendere gradualmente l’uso dei mezzi arresti.

In presenza di un cavallo non ancora ben addestrato, per semplificargli i diversi aiuti per passare dal galoppo al trotto o dal galoppo al passo, è bene che, al momento della transizione, venga richiesta un’andatura al galoppo chiaramente in avanti prima di “scendere” al trotto, portando contemporaneamente la gamba esterna in posizione un po’ più avanzata rispetto a quella normale tenuta al galoppo (cioè dietro le cinghie). Quando invece si esegue una transizione dal galoppo al passo si deve cercare una maggiore riunione del cavallo prima della transizione, mantenendo la gamba esterna in posizione piuttosto arretrata.

Con gli esercizi sopra descritti, combinati con dei circoli al galoppo, si sviluppa gradualmente il galoppo riunito che è la base dell’esecuzione delle figure di dressage al galoppo e cioè galoppo rovescio, appoggiate, cambi di galoppo in serie e più di tutto piroette al galoppo.

È di tutta evidenza che il galoppo riunito comporterà una maggiore rilevazione della testa e dell’incollatura del cavallo in risposta a un altrettanto accresciuto ingaggio e abbassamento dei posteriori.

Nell’esecuzione del galoppo riunito, il cavallo dovrebbe mostrare una corretta cadenza (dressagistica), ma soprattutto l’andatura dovrebbe risultare assolutamente regolare, anche se viene richiesto un galoppo estremamente riunito. Occorre quindi che l’impulso sia sempre mantenuto in modo che l’andatura naturale del galoppo, e in particolare la sua corretta sequenza, non ne risenta.

Il galoppo riunito deve essere sviluppato, così come il trotto riunito, attraverso una maggiore rilevazione del treno anteriore del cavallo quale risultato della riunione ottenuta per mezzo di un maggiore ingaggio dei posteriori e un più pronunciato abbassamento delle anche: così la folata risulterà si più corta, ma sostanzialmente più rilevata.

Il tempo necessario perché un cavallo possa sviluppare un buon galoppo riunito dipende dalla sua conformazione e dalle sue capacità individuali. Il galoppo riunito comunque deve essere eseguito in maniera tale che il cavallo non devii dalla linea dritta con i suoi posteriori e non perda impulso.

Se questo fosse il caso, il cavallo non deve essere forzato in una riunione per così dire artificiale, ma l’andatura dovrà piuttosto essere immediatamente ripristinata, facendogli riguadagnare impulso procedendo decisamente in avanti per linee dritte. Solo dopo aver fatto ciò si potrà riprovare a riunire il cavallo.

È molto importante, durante tutto l’addestramento, che le mani del cavaliere rimangano in una posizione tranquilla cercando di non supportare il galoppo con aiuti di redini; al contrario, seguendo il movimento impresso dell’andatura, il cavaliere dovrebbe rilasciare le redini a ogni folata di galoppo.

La partenza al galoppo riunito è di grandissima importanza in quanto se il cavallo la esegue correttamente alla minima indicazione del cavaliere, senza deviare i posteriori dalla linea dritta in cui è posto, sarà enormemente facilitato in seguito nel produrre tutte le figure a questa andatura.

Le modalità per effettuare la partenza al galoppo dipendono in larga misura dal temperamento del cavallo. Per esempio, con un cavallo pigro occorrono degli aiuti brevi, ma energici, con la gamba interna, in qualche caso anche supportata dallo sperone. E’ comunque importantissimo che il cavallo parta al galoppo dritto; le gambe del cavaliere devono far sì che qualsiasi deviazione da questa linea dritta divenga impossibile. Nella partenza al galoppo è fondamentale che le mani del cavaliere rimangano calme e tranquille.

Per mantenere il galoppo riunito e l’impulso necessario a determinarlo, l’influenza della gamba interna del cavaliere è fondamentale, mentre la gamba esterna ha un effetto di contenimento per far sì che il posteriore non sbandi all’esterno e il cavallo si mantenga dritto. La gamba esterna viene altresì in ausilio allorché si richieda al cavallo di riguadagnare impulso in avanti.

Può accadere che, durante l’addestramento al galoppo, il cavallo stesso cada al trotto; la correzione per questo problema sarà differente. Per esempio con un cavallo pigro che non risponde sufficientemente agli aiuti leggeri delle gambe del cavaliere, occorre ristabilire il galoppo con aiuti brevi e molto energici, mentre con un cavallo molto insanguato, per evitare che tenda a scappare via, si dovrà ripartire al galoppo con molta calma, ristabilendo la riunione al galoppo solo gradualmente e con molta pazienza.

Un buon giudice di dressage deve notare e sanzionare il cavaliere che tenta di mantenere la riunione al galoppo con l’uso continuo delle redini, sia nell’esecuzione della figura sia nelle corrispondenti note di insieme.

CONTROGALOPPO O GALOPPO ROVESCIO

La base per il controgaloppo, sia se effettuato negli angoli sia nei circoli, è il galoppo riunito, in equilibrio nella prima fase di addestramento.

Il galoppo rovescio o controgaloppo può essere introdotto nel programma di addestramento non appena il cavallo è in grado di effettuare un galoppo di lavoro in buon equilibrio ed effettuare una transizione dal passo al galoppo e viceversa con aiuti molto leggeri.

La decontrazione di un cavallo è positivamente influenzata dall’effettuazione di esercizi al galoppo rovescio. Inoltre attraverso questo esercizio, si può ottenere un abbassamento della groppa e un aumento della flessione dei posteriori del cavallo che imparerà altresì a obbedire con buona volontà agli aiuti del cavaliere aumentando il grado di sottomissione.

Come già accennato sopra, prima di iniziare il lavoro sul galoppo rovescio, il cavallo deve aver raggiunto un buon grado di riunione (equilibrio) al galoppo giusto.

Nel galoppo rovescio la redine esterna, così come nel galoppo giusto, è predominante ed è responsabile della posizione della testa del cavallo; la gamba interna invece è deputata a mantenere l’impulso.

Gli angoli devono essere arrotondati, specialmente all’inizio, prestando attenzione a che il cavallo non perda impulso, consentendogli quindi di migliorare l’ingaggio dei posteriori.

Quando il cavallo è in grado di eseguire delle appoggiate al trotto e ha raggiunto un buon grado di riunione al galoppo, si potrà procedere a effettuare le appoggiate a questa andatura. Si rimanda a quanto contenuto nel capitolo dedicato al lavoro su due piste per ciò che concerne posizione del cavallo, aiuti del cavaliere e notazioni dei giudici per questa figura.

Con il procedere dell’addestramento al galoppo e allorché il cavallo sia in grado di effettuare cambi di galoppo semplice in buon equilibrio, si potranno introdurre i cambi di galoppo al volo.

La qualità del cambio di galoppo al volo dipende in massima parte da quella del galoppo e ciò si evidenzia in un cambio al volo “pulito” con arti anteriori e posteriori che cambiano all’unisono, il cavallo dritto e senza sbandamenti dell’avantreno o dei suoi posteriori.

Il giudice che osserva l’esecuzione di cambi di galoppo di lato dovrà prestare attenzione a che il cavallo sia rilevato (“uphill”), con i posteriori diretti verso il suo baricentro e col mantenimento di un ritmo costante prima e dopo l’effettuazione dei cambi di galoppo al volo.

Il giudice potrà eventualmente rilevare alcuni problemi quali l’effettuazione di cambi di galoppo con groppa alta, il cavallo sulle spalle durante l’esecuzione del cambio, nonché sbandamenti sia con il treno anteriore sia con i posteriori.

In un cambio di galoppo, a esempio da destra verso sinistra, il cavaliere dovrà accertarsi che il cavallo sia assolutamente diritto prima del cambio e, se necessario, dovrà correggerlo attraverso una leggera flessione verso l’esterno. Ciò impedirà al cavallo di spingere le spalle verso sinistra e al posteriore di stortarsi. Al momento del cambio, la nuova redine esterna e la nuova gamba esterna (destra nel nostro esempio) agiranno simultaneamente, mentre la gamba sinistra avrà il compito di mandare il cavallo in avanti immediatamente prima del cambio. Il peso del cavaliere, che sarà posizionato leggermente sull’ischio destro, verrà trasferito, senza bruschi movimenti, verso sinistra per consentire al cavallo di trovare spazio sufficiente per portare il nuovo posteriore interno ben sotto la massa e cioè verso il suo baricentro, mentre la nuova spalla interna (sinistra) dovrà essere ben libera per dare espressività al gesto dell’anteriore sinistro.

In nessuna circostanza l’incollatura va piegata o flessa nella nuova direzione durante l’esecuzione del cambio, poiché ciò determinerebbe cambi di galoppo storti, con un tempo di ritardo del posteriore o, nella migliore della ipotesi, non sufficientemente in avanti.

Si è ritenuto infine di trattare le piroette al galoppo in un capitolo separato unitamente alle piroette al passo, data l’importanza di queste figure; si consideri infatti che quasi tutte le riprese di dressage attribuiscono un coefficiente 2 per l’esecuzione delle piroette al galoppo.


Per rileggere gli altri capitoli del libro di Enzo Truppa:

Capitolo 1: DRESSAGE NELLA STORIA clicca qui

Capitolo 2: FONTI DELLE METODOLOGIE DI ADDESTRAMENTO clicca qui

Capitolo 3: PROFILO DEL GIUDICE DI DRESSAGE clicca qui

Capitolo 4: PROFILO DEL CAVALIERE clicca qui

Capitolo 5: PROFILO DEL CAVALLO clicca qui

Capitolo 6: CONCETTI DI BASE NEL DRESSAGE – Le andature clicca qui

Capitolo 7: ELEMENTI ESSENZIALI nell’addestramento e nel giudizio clicca qui

Capitolo 8: SVILUPPO DELLE FASE DI ADDESTRAMENTO clicca qui

Capitolo 9: IL LAVORO SU DUE PISTE clicca qui

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