Nelson Ramos Aleluia: in sella per Fonte Abeti

di Redazione

Nelson Ramos Aleluia, 31 anni, risiede a Sansepolcro e monta per l’Allevamento Fonte Abeti,  dove il direttore tecnico è il cavaliere portoghese Daniel Pinto. Dressage.it lo ha intervistato per conosce più da vicino la sua storia

Ci può raccontare come e perché l’equitazione è entrata nella sua vita?

«L’equitazione è entrata nella mia vita dal giorno in cui mio padre mi ha comprato un pony. Da allora la mia passione per i cavalli è cresciuta. Poco tempo dopo mi sono iscritto a un corso di equitazione. È da lì che ho iniziato a capire cosa fosse l’equitazione, e più precisamente, il dressage. Dopo tre anni di corso, ho iniziato a lavorare per un cavaliere olimpico, il portoghese Miguel Ralao. È con lui che ho imparato le buone basi dell’equitazione».

Perché il dressage?

«Ho scelto il dressage, perché nonostante non sia la disciplina più semplice, secondo me, è la disciplina più bella. È una disciplina in cui si è alla continua ricerca del giusto equilibrio e contatto, e si cerca di insegnare nuovi esercizi, sempre rispettando il cavallo e il suo benessere».

Chi è stato il suo primo istruttore?

«Un cavaliere portoghese, Miguel Lopes».

Chi è il suo cavaliere/amazzone preferito e per quali ragioni – E il cavallo?  

«Non ho un cavaliere preferito. A me piacciono quei cavalieri che praticano la monta classica. E che riescono a rendere l’esecuzione degli esercizi del dressage facili. Mi piace chi riesce a presentare i propri cavalli fino al massimo delle loro possibilità, rispettando in ogni momento la scala dell’addestramento. Al momento ho due cavalieri come punti di riferimento, il primo è Miguel Relao, per aver lavorato con lui per 6 anni e per avermi mostrato la buona equitazione. L’altro è Daniel Pinto, con il quale ho iniziato a lavorare da poco, ma mi ha già affascinato per il modo in cui insegna sia ai cavalli sia ai cavalieri».

Il cavallo che sognerebbe avere in scuderia?

«ll cavallo che mi piacerebbe avere in scuderia è il cavallo Gio di Charlotte Dujardin per via dell’evoluzione che ha avuto da quando era puledro ai giorni nostri che fa Grand Prix. Nessuno avrebbe mai immaginato che il cavallo sarebbe arrivato dov’è ora. A volte basta crederci. Penso che sia un cavallo con grande cavalcabilità e cuore».

Parlando dei suoi risultati Nelson, ci può riassumere la sua carriera agonistica con i risultati più importanti?

«Da quando sono arrivato in Italia, quattro anni e mezzo fa, penso di poter essere soddisfatto del mio percorso agonistico… ecco alcuni risultati.

  • Campione Coppa Italia 2017 con Hotpoint di Fonteabeti
  • Vincitore del Campionato Italiano dressage cavalli giovani cat. 4 anni con Celeste di Fonteabeti
  • Vincitore del Campionato Italiano dressage cavalli giovani cat. 4 anni con Darko di Fonteabeti
  • Terzo posto Campionato Italiano dressage cavalli giovani cat. 6 anni con Dolcetto
  • 2019 terzo posto cat. 7 anni al Campionato Italiano dressage cavalli giovani con Dolcetto
  • 2020 Secondo posto al Campionato Italiano dressage cavalli giovani con Ebano di Fonteabeti
  • 2021 Vincitore in D1, Prix Saint George con Claudia di Fonteabeti
  • Terzo posto nella cat. 5 anni al Campionato Italiano Dressage cavalli giovani con Fiaba di Fonteabeti
  • Secondo posto nella cat. 6 anni al Campionato Italiano Dressage Cavalli Giovani con Electra di Fonteabeti

Qual è la sua principale preoccupazione, se ne ha, quando entra in rettangolo?

«La mia principale preoccupazione è trasmettere facilità in tutta la gara, a passo trotto e galoppo senza commettere errori e mostrando la massima precisione negli esercizi».

Nelson, quali sono i suoi cavalli e quali sono le loro caratteristiche?

«Al momento monto dodici cavalli, ognuno con caratteristiche diverse, ma tutti con una incredibile cavalcabilità. Il mio compito come cavaliere è quello di migliorare tutte le loro qualità.

Qual è il suo cavallo di punta?

«Al momento ho la fortuna di montare più di un cavallo di grande qualità, ma il cavallo ad essere più vicino al Grand Prix è Claudia di Fonteabeti».

Qual è l’aspetto del dressage, come disciplina, che le piace di più e quale di meno?

«L’aspetto che mi piace di più del dressage è il percorso complessivo. Dalla nascita del cavallo fino alla prima volta che si mette la sella a tre anni e tutto il percorso per arrivare a fare un Grand Prix. Le persone che vedono dall’esterno il risultato, non hanno la percezione delle migliaia di ore che hanno impiegato nel lavoro cavalieri, groom, veterinari, maniscalchi, proprietari e allevatori per raggiungere quel livello.  Quello che mi piace di meno…. Personalmente, a volte nelle gare è difficile accettare i giudizi divergenti dei giudici, a volte anche del 10%. Comunque, essendo una disciplina a giudizio, sono consapevole che giustamente un giudizio è basato su opinioni».

Nelson, che cosa suggerirebbe ai responsabili Fise per migliorare la disciplina?

«Investire di più nel dressage nel senso di forum e stage organizzati a porte aperte in modo che possano accogliere il pubblico per poter accrescere ulteriormente la cultura equestre di tutti».

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