A tu per tu con: Maria Vittoria Duranti

di Liana Ayres
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Maria Vittoria Duranti ha 19 anni e vive a Perugia. Nella sua vita ‘extra-cavalli’ è scritta al secondo anno della Facoltà di Economia e Management. Maria Vittoria monta presso l’Allevamento Fonte Abeti di San Sepolcro (Arezzo), dove è seguita dallo staff Tecnico Fonte Abeti. Per il 2021 il suo istruttore di riferimento è stato Frederico Mexia de Almeida, oggi è Nelson Aleluia.

Come l’equitazione è entrata nella sua vita?

«Sin da piccola ho praticato molti sport, tennis, atletica e dall’età di 6 anni fino ai 12 nuoto sincronizzato agonistico; ma i cavalli sono sempre stati la mia passione. Ho iniziato a montare verso gli 11 anni con qualche lezione di salto anche se avevo poco tempo da dedicare visto che il nuoto sincronizzato occupava tutto il mio tempo libero. Poi finalmente i miei genitori mi hanno permesso di dedicarmi esclusivamente all’equitazione».

Il primo istruttore?

«La mia prima vera istruttrice di equitazione è stata Heike Weber. Sono arrivata nel suo piccolo centro timorosa e spaventa dopo alcune brutte cadute da cavallo. Lei mi ha insegnato ad aver fiducia nel cavallo e che solo attraverso la profonda conoscenza della disciplina e della sua tecnica era possibile praticare questo sport. Nel dressage ho ritrovato da subito molti elementi in comune con il nuoto sincronizzato: la ricerca della perfezione, la disciplina, la tenacia che è richiesta per ottenere i risultati desiderati».

Qual è l’amazzone o il cavaliere preferito?

«Charlotte Dujardin, mi affascina il suo modo di montare, la sua tranquillità ma allo stesso tempo la sua energia e efficacia. E poi Carl Hedin, giovane cavaliere da Gran Prix svedese, specializzato in addestramento di giovani cavalli. Mi piace l’approccio graduale al lavoro, la sua capacità di sviluppare un rapporto costruttivo con i suoi cavalli facendo vivere al cavallo giovane l’addestramento in modo positivo».

Qual è il cavallo che sognerebbe avere in scuderia?

«Kjento lo stallone dei 6 anni che quest’anno ha vinto il campionato del mondo giovani cavalli con Charlotte Fry. Una meraviglia!!!».

Ci parla della sua carriera agonistica?

«Dopo le prime esperienze agonistiche con il pony, a 14 anni con Coco Fee, femmina Hannover, ho partecipato ai Campionati Europei giovanili Children, Future Champions a Hagen e vinto il Campionato italiano Children. Negli anni successivi ho partecipato a numerosi concorsi internazionali sempre con Coco nella categoria Junior. Nel 2021 con Bionika ho partecipato ai Campionati Europei giovanili Young Rider e vinto il Campionato Tecnico Italiano Young Rider».

Ha qualche preoccupazione quando entra in rettangolo?

«Le mie preoccupazioni sono soprattutto prima dell’inizio della gara. La presenza del mio istruttore in quel momento è indispensabile per tranquillizzarmi. Ma quando entro in rettangolo sono tranquilla, concentrata e pronta per portare a termine il mio lavoro».

Qual è il suo cavallo di punta al momento?

«Attualmente monto una femmina Hannover di 9 anni Bionika di Fonte Abeti soprannominata “BIBI” acquistata 2 anni fa. È stato un percorso tortuoso quello che abbiamo fatto insieme. Bionika non è una cavalla facile, ha un brutto carattere e un’energia esplosiva, molto testarda e si spaventa facilmente. Il lavoro che è stato fatto con lei è stato lungo. Era importante garantire la sua tranquillità mentale ma allo stesso tempo proseguire con il suo addestramento tecnico per permettermi di gareggiare quanto prima nelle categorie Young Rider. La sua prima gara Young rider l’ha fatta a 8 anni. Devo dire che ha risposto in modo sorprendente. Mi rimangono ancora due anni in Young Rider, ma le stiamo già insegnando i primi esercizi per gli Under 25 che esegue con molta facilità. Sicuramente aver avuto la possibilità da due anni di allenarmi con il team Fonte Abeti per me è stata una grande opportunità di crescita tecnica, a Riccardo Volpi va un immenso ringraziamento».

Cosa le piace e cosa non le piace del dressage?

«Spesso mi chiedono come mai il dressage invece del salto. La trasformazione del cavallo da giovane a atleta adulto, è quello che mi affascina, nel dressage il percorso è lungo ma il risultato finale ti ripaga di tutta la fatica.  Ogni volta che monto c’è sempre qualcosa di nuovo: un nuovo problema ma anche una bella sorpresa, una nuova sensazione da discutere con il mio istruttore. La sintonia e l’intesa che si raggiunge è entusiasmante. Lati negativi della disciplina? Direi assolutamente nessuno!».

Maria Vittoria, ha qualche suggerimenti per FISE?

«Purtroppo in Italia il dressage è una disciplina poco praticata, ne consegue che per la nostra Federazione riveste un interesse limitato. Per quanto riguarda il settore giovanile le poche iniziative organizzate sono interessanti, ma ci sono rare occasioni di incontri tecnici collegiali. Una maggiore programmazione di iniziative a sostegno dell’attività agonistica sarebbero indispensabili, soprattutto nei momenti dove non ci sono i concorsi, per arrivare meglio preparati agli appuntamenti più importanti».

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