Sud: come sta il dressage?

di Liana Ayres

In Sicilia, così come in quasi tutte le regioni d’Italia (sud compreso), si sono recentemente tenuti i Campionati Regionali Fise di Dressage. A latere della cronaca delle classifiche, è emerso un dato molto significativo. Per la prima volta, si è registrato un numero di partenti tutt’altro che trascurabile. 70 i binomi al via, divisi tra le varie categorie, con picchi di presenza soprattutto nelle categorie giovanili.

Questo indica un grande lavoro sul territorio a opera di appassionatissimi istruttori che, a dispetto della perifericità del dressage siciliano, stanno coltivando un vivaio da far appassionare alla disciplina. Ragazzi che scendono in rettangolo con grande determinazione. Istruttori che si impegnano per far crescere un comparto.

La domanda è: quantità e qualità crescono insieme? Quali sono le criticità del dressage emergente del sud? Ne abbiamo parlato con tre testimonial di riferimento. Erika Brucato Lo Re, istruttriche che al Campionato siciliano ha presentato ben 20 binomi e i giudici Norma Ridi e Hamoud Fouad che li hanno valutati.

Erika Brucato Lo Re
Erika Brucato Lo Re ©ASam

«La Sicilia sta raccogliendo i frutti di lunghi anni di progettazione sulla formazione. Un’iniziativa partita oltre 10 anni fa, che per fortuna continua ad essere supportata dal nostro attuale comitato che continua a spendere soldi per il dressage curandolo nella promozione e nel perfezionamento. Già ‘ai tempi’ avevamo sperimentato la formula del “trofeo Sicilia dressage “, una serie di 6/7 gare in un anno legate tra di loro che concorrevano a un premio finale. Con stage di formazione in modalità “campus sportivo ” in agriturismo al quale ambivano tutti i piccoli e grandi cavalieri e che ha fatto da motivazione per la partecipazione a tutte le tappe. Oggi possiamo permetterci di curare la qualità dei binomi e appoggiati dal nostro presidente abbiamo ideato il progetto dell’Accademia dressage Sicilia. Un programma di individuazione, monitoraggio, tutoring e formazione dei binomi juniores più qualitativi che vengono seguiti attraverso stage e gare per migliorare le loro performances. Il risultato è stato un innalzamento verticale negli anni della qualità delle performances delle gare, (in termini di percentuali). E un miglioramento generale della qualità di base della scuola. Cade a pennello la scelta della federazione nazionale di modificare il regolamento del conseguimento delle patenti che ha consentito un aumento decisivo dei numeri dei partecipanti al Dressage nonché una esigenza di TUTTI gli istruttori di ogni circolo di adeguare la preparazione tecnica in piano dei binomi di tutte le discipline equestri. Sinceramente credo che di questo ne beneficerà la salute fisica e mentale di cavalli e cavalieri di ogni tipo. Ciliegina sulla torta di questi campionati regionali, la comparsa di categorie FEI Children e Junior cavalli e pony (con percentuali più che dignitose!). Che ci fa sentire un po’ più vicini alle realtà dei paesi “equestriemente” civili».

Norma Ridi
Norma Ridi ©ASam

«Sono passati ben dieci anni da quando sono stata invitata per la prima volta a giudicare in Sicilia. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, e …. si vede. Nei primissimi luoghi dove sono stata, le strutture erano approssimative, e approssimativo anche l’approccio alla disciplina che, diciamocelo, era allora ed è spesso ancora, quella cosa che “si deve fare per prendere la firma”. In questo però, inutile girarci intorno, tutto il mondo è paese, ed è cosa che rilevo anche nella gara sotto casa: c’è sempre qualche istruttore che porta in gara degli allievi improbabili. Che, non certo per colpa loro, non hanno la minima idea di che cosa stiano facendo. E meno che mai del perché. Ma torniamo al sud. In questo decennio ho visto cambiare la qualità dei cavalli, allora davvero “basic”, e comparire ogni tanto anche qualche soggetto interessante. Ma soprattutto, ho visto nascere e poi crescere anche dei cavalieri da guardare con attenzione. Il che rende onore agli istruttori, senza la cui preparazione questo non sarebbe stato possibile.

Un aspetto che ho rilevato fin da subito al sud, forse perché caratteristica della gente, è l’entusiasmo. Quella voglia di fare per cui ogni cosa deve riuscire al meglio, usando al meglio quello che si ha. Con generosità e sempre col sorriso. Ho appena avuto il privilegio di giudicare i campionati a Pozzallo, e devo dire che l’organizzazione è stata impeccabile. Inoltre, ben di rado nella mia vita ho avuto la possibilità di assistere a una cerimonia di premiazione di questo livello, in cui lo sport e la cultura locale si sono intrecciati, in cui i numerosi partecipanti hanno portato a casa premi di tutto rispetto e di grande buon gusto.

E ora che oltre all’entusiasmo e alla voglia di “spendersi” si sommano anche alcuni cavalli e cavalieri interessanti, il futuro del dressage al sud può dirsi piuttosto promettente».

Hamoud Fouad
Hamoud Fouad ©ASam

«Quello che posso dire come osservatore, è che ho visto un incremento significativo e una crescita sicuramente positiva nel tempo. Il dressage si sta diffondendo con energia ed entusiasmo anche al sud. Laddove c’erano numeri esigui, oggi invece anche i comitati organizzatori possono contare su una partecipazione più congrua. Tanto da permettere quel giusto confronto che serve per promuovere una ulteriore crescita. Vorrei soffermarmi sul gran lavoro che ho visto fare da molti istruttori. Dei veri e propri motivator per i giovani e giovanissimi. Anche la qualità dei cavalli è sensibilmente cresciuta. Il sud, e la Sicilia in particolare, possono contare su soggetti allevati ‘a casa’ che portano una buona qualità. Con l’aiuto di trainer e istruttori anche questo è un fattore che può spingere ulteriormente la crescita. Parlando nello specifico del Campionato regionale siciliano, grande merito agli organizzatori che hanno preparato un evento in cui non è mancato proprio nulla. Ben organizzato, con i tempi giusti e con una cura dei dettagli davvero degni di un campionato. Perfino la tradizione ha trovato la propria collocazione. Presentare in premiazione il cavallo infiorato della Festa di Scicli è stato un vero… fiore all’occhiello!».

©Fise- CRSicilia

Volendo riassumere, dopo questo giro di pareri e dopo essere stati di persona al Campionato a Pozzallo, si può tranquillamente affermare che oggi l’esempio della Sicilia è sicuramente positivo. E parla, principalmente, di due cose: una regione che ci ha creduto e ha investito e una realtà che è stata sollecitata nella maniera giusta. Con tanta caparbietà e tenacia. Che sono poi due dei requisiti che sono parte del Dna di ogni dressagista. Partendo da qui, ora si può solo andare avanti. Stage, momenti di verifica e confronto, gare, interesse e ambizioni hanno una bella porta aperta sul Mediterraneo. Unica criticità? Pensare, erroneamente, che il sud sia lontano…

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