Esercizio fisico e miopatie da sforzo nel cavallo atleta

di Redazione
Andrea Brignolo

Durante l’esercizio fisico il cavallo mette in moto una serie di muscoli, che contraendosi permettono il movimento. Si comporta, cioè, come una vera e propria macchina. L’intero organismo animale, del resto, può essere definito con termine fisico come una macchina termica, convertendo un tipo di energia (quella chimica) in un altro (quella meccanica). Il cavallo utilizza l’energia ricavata dagli alimenti, direttamente o mobilizzando quella immagazzinata nell’organismo.

Solo una piccola parte di questa energia tuttavia viene utilizzata per compiere il lavoro; la maggior parte è persa sotto forma di calore. L’animale presenta quindi la necessità di disperdere il calore prodotto durante l’esercizio per evitare al suo organismo gravi danno dovuti all’innalzamento della temperatura corporea.

Per fare questo, il cavallo adotta diversi sistemi che sono facilmente osservabili. Durante l’esercizio le narici dell’animale si presentano fortemente dilatate, per permettere l’ingresso nelle vie respiratorie di una maggior quantità d’aria (e quindi di ossigeno) necessaria per compiere l’esercizio fisico. Il passaggio dell’aria, che entra nelle vie respiratorie a temperatura ambiente ma ne esce riscaldata ed umidificata dal contatto con gli alveoli polmonari, rappresenta un sistema molto efficace di smaltimento di calore.

Inoltre, a livello delle estremità del corpo, ed in particolar modo sugli arti, i vasi sanguigni più superficiali si dilatano proprio allo scopo di far circolare il sangue vicino alla cute, in zone del corpo più fredde, per raffreddare il sangue attraverso un meccanismo di irradiazione.

Oltre ai meccanismi descritti, che possiamo definire secondari, il principale sistema che facilita la dissipazione del calore è la sudorazione dell’animale. La quantità di sudore prodotta non dipende solo dalla condizione fisica del cavallo ma anche dalla temperatura e dall’umidità dell’ambiente al momento del lavoro.

Anche se la sudorazione è quindi un meccanismo importante e positivo per l’organismo del nostro cavallo; con il sudore vengono tuttavia persi dal corpo acqua ed elettroliti, oltre a sostanze presenti in minore quantità come le proteine. Gli elettroliti sono minerali presenti nell’organismo, ed in particolare nel sangue sotto forma di ioni e sono rappresentati principalmente dal sodio, dal cloro e dal potassio, oltre che dal calcio e dal magnesio; tra le proteine spicca invece l’albumina, responsabile dell’aspetto schiumoso e biancastro tipico del sudore del cavallo a livello del collo, dove le redini sfregano sul pelo sudato.

Il termine “miopatia da sforzo” è stato scelto per comprendere le varie sindromi muscolari che dipendono direttamente dall’esercizio e/o dall’alimentazione ad esso collegato.

Sono usati vari termini per comprendere queste malattie come azoturia, tying-up, rabdomiolisi, malattia del lunedì, mioglobinuria, e si è discusso a lungo se esse siano malattie simili ma distinte oppure diverse manifestazioni o gradi di intensità della stessa malattia. In realtà si tende oggi a considerarle come un’unica sindrome che ha aspetti di sintomatologia, terapia e profilassi ben definiti e dove le differenze sono di tipo metabolico e biochimico.

I sintomi possono essere molto variabili e, fra i più comuni, si hanno difficoltà nella deambulazione (andatura “rigida” o “trascinata”) in quanto gli arti posteriori e i muscoli della schiena sono spesso interessati, e nei casi gravi, riluttanza totale al movimento. I soggetti appaiono ansiosi, sudano abbondantemente con frequenza respiratoria aumentata e possono essere dolenti alla palpazione dei muscoli interessati. I sintomi possono apparire all’inizio dell’attività o anche al termine, mentre il cavallo si sta raffreddando. La sindrome è tipica di cavalli in attività che vengono fermati per 2 o più giorni mantenendo una razione alimentare, normalmente ricca di cereali, inalterata. Quando vengono rimessi in allenamento questi animali possono andare incontro a problemi muscolari più frequentemente. Altre cause possono essere l’aumento improvviso nella durata e/o nell’intensità del lavoro o l’utilizzo in competizione di cavalli non perfettamente allenati; differenze endocrine tra maschi e femmine e predisposizioni di razza o addirittura di carattere sono state ritenute concause di una certa importanza. Queste forme sono più frequenti durante la stagione calda.

È stato dimostrato che tra le cause sono importanti la mancanza di certe vitamine e l’insufficiente apporto di alcuni elettroliti ed è quindi fondamentale che la dieta del cavallo sia completa e adatta alla sua attività e che l’allenamento sia pianificato e gradualizzato.

Per questi motivi è importantissima quindi anche la prevenzione alimentare delle perdite di elettroliti tenendo sotto controllo l’alimentazione. Quest’ultima fornisce al fisico del cavallo tutte le sostanze di cui ha bisogno per compiere l’attività e per questo va opportunamente modificata quando l’esercizio fisico che richiediamo si fa più intenso. È anche opportuno effettuare prelievi ematici periodici durante l’allenamento per verificare gli enzimi muscolari che possono darci utili indicazioni nel valutare la condizione dell’animale e prevenire eventuali condizioni patologiche.

Il trattamento urgente di tutte queste forme va preceduto da una precisa valutazione clinica per distinguerle da altre patologie che presentano alcuni sintomi in comune ma che vengono trattate diversamente. Il cavallo viene tenuto fermo, anche se nelle forme lievi é possibile passeggiarlo lentamente, e vengono somministrati farmaci antiinfiammatori e grandi quantità di fluidi in fleboclisi atti a ristabilire l’equilibrio elettrolitico del soggetto e ad evitare un eventuale blocco renale che, nei casi gravi, è sempre possibile.

Esami del sangue appropriati serviranno a valutare in modo più specifico la gravità della malattia, l’entità del danno del tessuto muscolare e la durata della terapia una volta superato l’attacco acuto.

Per cavalli frequentemente soggetti a queste forme o allenati per particolari competizioni o in climi particolari andranno valutate integrazioni particolari anche di tipo farmacologico.

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