L’importanza di essere stata ultima

di Redazione

Eva Rosenthal, conosciutissima nel mondo del dressage è una apprezzata mental coach e vanta un curriculum sul campo che l’ha vista più volte meritarsi il titolo di campionessa.
In virtù della lunga carriera agonistica, di titoli e di medaglie, Eva non ha paura a raccontare e condividere la propria esperienza. Che sicuramente ha un valore che va oltre l’esperienza personale.

«Prima di imparare a vincere ho vissuto una grande sconfitta e, grazie a quella, ho iniziato ad allenare la mia Mente» racconta Eva.


«Ho iniziato a gareggiare tardi, a 23 anni. Avevo talento, e già alla fine del primo anno di gare ho vinto la mia prima medaglia al Campionato Regionale Senior. Avevo un piccolo cavallo Lusitano (1,60mt) che faceva alta scuola ma che avevo iniziato a montare nel Dressage. Mi sentivo bene e montavo bene. Tre mesi dopo aver vinto la mia prima medaglia mi sono iscritta al Campionato Italiano e lì è partito lo stress da gara e i pensieri negativi. Sono arrivata a quel campionato molto tesa. Ero preoccupata perché c’erano cavalieri molto più esperti di me. Del resto io facevo gare da solo 1 anno… E poi c’erano cavalli molto più competitivi del mio. Era solo un piccolo Lusitano con movimenti normali e poco esperto nel Dressage. C’erano i giudici Internazionali, non mi conosceva nessuno e avevo paura di sbagliare e di non essere all’altezza».

Secondo lei com’è andata la gara?

«Malissimo, sono arrivata ultima. Ultima al Campionato Italiano, un risultato per me disastroso. Volevo smettere di montare, cambiare cavallo, cambiare istruttore, cambiare maneggio cambiare categoria, finché non mi sono resa conto che l’unica cosa che aveva rovinato la mia gara era stata la mia “mente”. Ero preparata tecnicamente e gli esercizi li sapevo fare, però in gara ero tesa e il mio cavallo era di conseguenza altrettanto teso. Non ero riuscita a dare il meglio di noi, anzi ogni movimento era quasi goffo e teso».

Perché in gara non riusciva a dare il meglio?

«In realtà non lo capivo. Questa sconfitta mi ha fatto credere ancora di più che non ero abbastanza brava. Che né io né il mio cavallo avremmo avuto mai possibilità di fare grandi risultati perché in gara non riuscivo a montare bene come in allenamento. Ero in una di quelle fasi in cui stavo per mollare. Ma è stato proprio in quel momento che ho conosciuto il mental coaching. Il mio istruttore aveva organizzato 2 giorni di corso di mental coaching in scuderia. All’inizio ero un po’ scettica e non credevo proprio che mi sarebbe stato utile. Invece poi, ho capito come funziona la mente e come la mente può interferire sulla performance sportiva se non la sai gestire».

Qual è stato il ricordo più prezioso di quel primo incontro con la ‘mente’?

«In realtà sono tanti… Per esempio ho capito che avere talento non è sufficiente per vincere. Ho capito che con i cavalli non puoi mentire. Se sei nervosa loro lo sentono e, a loro volta, si innervosiscono. A quel punto sarà difficile creare connessione in gara…  In quei giorni ho imparato ad allenare la mia mente, i miei pensieri e di conseguenza le mie emozioni. Ho appreso come essere super focalizzata senza distrazioni da stress da gara. E da lì ho iniziato a usare tecniche di mental coaching in allenamento e in gara. Solo 6 mesi dopo ho partecipato di nuovo ai Campionati Italiani e questa volta sono riuscita a dare il meglio di noi. La gara è andata bene: ho vinto l’oro!». 

In soli 6 mesi è passata da ultima a prima al Campionato Italiano cambiando solo l’allenamento mentale?

«Ho montato lo stesso cavallo, con lo stesso Istruttore, la stessa categoria. L’unica cosa che avevo cambiato era la mia “preparazione mentale” e questo mi ha permesso di dare il meglio di me e di vincere. Questa esperienza mi ha fatto capire che “avere talento” e allenarsi tecnicamente è necessario. Ma non sufficiente per vincere e per diventare un campione. Ho sempre avuto dei cavalli “normali” ma che in campo gara davano il meglio perché anche io riuscivo a dare il meglio mentalmente. E quindi a creare una buona connessione con loro. Solo 4 anni dopo ero in rettangolo ad Aachen e partecipavo ai Campionati del Mondo di Dressage».

Capita a molti di essere tesa/o in gara e di non riuscire a dare il meglio. Probabilmente potrebbe essere utile conoscere come utilizzare il mental coaching. E dato che Eva ha già percorso questa strada, non resta che seguirla per conoscere le tecniche di allenamento mentale per allenarsi a vincere e dare il meglio.

Eva Rosenthal sarà a disposizione di tutti gli amici di Dressage.it con una serie di articoli che pubblicheremo sul sito e con le risposte a tutte le domande che vorrete porle nell’area dedicata ai commenti, al piede degli articoli

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