Le interviste di Dressage.it: Stephen Clarke

di Redazione

Stephen Clarke è un Giudice internazionale Fei 5 stelle e uno dei più rinomati e ricercati giudici al mondo. È stato Presidente di Giuria ai Giochi di Londra 2012 e in giuria nell’edizione di Rio

Dove vive?

«Presso il Cotton Equestrian Centre in Cheshire, Gran Bretagna»

Come e quando ha incontrato i cavalli? E in particolare il dressage?

«I cavalli sono sempre stati la mia vita! Mi sono cimentato nel salto ostacoli, nel completo e mi è parso semplicemente naturale dedicarmi infine al dressage sino al suo più alto livello: Grand Prix. In effetti ho sempre addestrato i miei cavalli da salto per averli “negli aiuti e alla mano” richiedendo immediate reazione degli stessi nelle varie andature. Lo ritenevo vitale se si voleva nutrire ambizioni di vittoria (e nel frattempo non rompersi l’osso del collo)».

Quando è diventato giudice di Dressage?

«Sono diventato giudice nazionale quando ero un ventenne. Confesso di esserne stato affascinato sin dall’inizio. Tuttavia, e può sembrare un po’ ingenuo, non avevo ambizioni per divenire un giudice di dressage FEI. Mi sembrava semplicemente che una cosa tirasse l’altra. Molti giudici e trainers famosi a quell’epoca sembravano apprezzare la mia attitudine a saper riconoscere qualità e modo di muoversi dei cavalli e tradurli poi in giudizi, riconoscendo il fatto che non avevo alcun timore ad usare l’intera gamma dei voti (0 a 10 n.d.r) quando necessario e sapevano benissimo che la mia integrità mi avrebbe portato a non accettare alcuna forma di cattiva equitazione (sia all’interno che al di fuori delle competizioni sportive)»

Mr. Clarke, come si è sviluppata la sua carriera?

«Sono stato fortunato, a quell’epoca, nel poter montare buoni cavalli con l’aiuto di istruttori di alto livello, i quali si sono dimostrati veramente generosi nei miei confronti dedicandomi il loro tempo, nonché consigli e supporto morale».

Secondo lei quale dovrebbe essere la relazione tra i giudici e gli altri addetti ai lavori (cavalieri, istruttori, sponsor, media etc.)?

«I giudici dovrebbero agire come una “vera squadra”. Ogni componente della giuria dovrebbe nutrire grande rispetto verso gli altri componenti della stessa ed essere preparato a discutere e “ascoltare” l’opinione dei propri colleghi. Il giorno in cui si possa ravvisare una completa identità di giudizio temo non si potrà mai facilmente realizzare (in particolare tenendo conto delle diverse posizioni in cui siamo collocati nell’arena di dressage). Se i nostri giudizi si fondano su effettive conoscenze della materia e si agisce con convinzione e coraggio, ne conseguirà che cavalieri e istruttori rispetteranno tali giudizi (perfino quando i nostri risultati differiscono). Ritengo che la cosa più importante sia avere “giustificate ragioni” alla base di punteggi che ciascuno di noi attribuisce ai vari binomi e essere convinti di quanto giudicato al punto da poter sostenere tali giudizi. Anche noi a volte commettiamo errori! (Così come cavalieri, istruttori etc.). Se ciò accade occorre essere coraggiosi e onesti nel riconoscerlo».

È preoccupato quando si accinge a giudicare una ripresa di dressage?

«Naturalmente, l’adrenalina scorre nelle vene, così come i cavalieri in gara anche noi desideriamo svolgere il proprio compito nel miglior modo possibile».

I suoi hobbies?

«Giardinaggio e cucina»

Mr Clarke, qualche suggerimento alla FEI riguardo ai giudici di dressage?

«Continuare a fornire opportunità di miglioramento e comunicazione per i giudici in questo difficile momento di Coronavirus!».

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