Le interviste di Dressage.it: Nicoletta Milanese

di Redazione

Dressage.it incontra Nicoletta Milanese, giudice internazionale di dressage di quella generazione che ha mosso i primi passi nel periodo clou del dressage italiano e della formazione di Truppa&Co.

Tanta passione e tanta determinazione nella storia ‘da giudice’ di questa super appassionata che ama i cavalli in ogni declinazione ma non disdegna anche altri hobby da vera sportiva.

Dove vive?

«Io vivo da più di 27 anni in campagna, tra le colline del Monferrato, a Conzano nella provincia di Alessandria, in una grande casa di campagna con la mia scuderia annessa e tutti gli spazi per i miei cavalli. Sono nata in città e sempre vissuta in città fino alla scelta di vita concordata con mio marito che ci ha portato al suo paese natio, iniziando una vita a stretto contatto con i cavalli, di giorno e di notte. È una vita impegnativa in quanto l’attenzione verso questi delicati animali non può mai mancare ma è pur vero che danno tantissime soddisfazioni e riempiono la vita d’amore e questo compensa i grattacapi che inevitabilmente a volte arrivano».

Come ha incontrato i cavalli e dove e perchè il Dressage ?

«La vera artefice del mio incontro con i cavalli è stata mia sorella, la quale fin dalla nascita aveva in testa di fare le cacce alla volpe. Mia sorella ha 11 anni meno di me e una volta ragazzina ha cominciato a chiedermi di trovare una scuola. A onor del vero non sapevo proprio dove rivolgermi. Continuando a chiedere arrivo a sapere che c’era in un paese vicino a Casale Monferrato un piccolo centro ippico, nato da poco, dove c’era un ex-militare come istruttore. Allora abbiamo cominciato con cavalli da scuola, iniziando il lavoro in piano elementare e i primi salti. Mia sorella dopo poco tempo ha dovuto smettere a causa della scoperta di una pesante allergia respiratoria causata dal pelo del cavallo…. E io sono qui.

Stiamo parlando della fine degli anni ’80. Dopo i primi due anni dedicati al salto ostacoli incomincio a prendere atto del dressage, disciplina che conoscevo di nome ma di cui non sapevo nulla. Ho iniziato a interessarmi perchè sentivo che quella era la via corretta per la mia natura di cavaliere, la mia passione. All’inizio lo trovavo davvero molto difficile e faticoso… Mi ricordo che una volta ho pensato : “…come riuscirò mai a fare una ripresa a trotto seduto se non riesco a fare nemmeno un giro di maneggio…” . Eppure… volere è potere e la costanza e l’allenamento e un buon trainer fanno tutto».

Quando è diventata Giudice di Dressage?

«Nel 1997. In quel tempo ero arrivata a sapere che in Piemonte partiva un corso e cercavano nuovi adepti per l’attività di Giudice. Appena saputo, mi sono messa in contatto con il referente di allora che mi conosceva bene e mi ha inserito in un corso che partiva la settimana dopo. Il mio primo corso al Quadrifoglio, a Sciolze (TO), tenuto da Barbara Ardu».

Come si è sviluppata la sua carriera?

«Piano piano, step by step. Seguendo l’iter con interesse e cercando sempre di rendermi disponibile come aiutante nei concorsi nazionali importanti e negli internazionali per poter apprendere sempre di più e sviluppare esperienza in questo campo dove non esiste una fine all’apprendere. Piano piano ho fatto i miei passaggi di livello percorrendo la mia scala fino al Grand Prix nel 2010 e poi Internazionale nel 2016».

Ha qualche preoccupazione quando entra in cabina?

«Assolutamente NO e non ne ho mai avuto più di tanto. All’inizio avevo l’emozione e sentivo la responsabilità di applicare correttamente le linee guida ricevute cercando sempre di guardare il cavallo in campo con l’occhio che viene dall’esperienza di chi è un cavaliere e sa bene ciò che c’è dall’altra parte della barricata. Questa è una cosa che molti concorrenti, negli anni, hanno percepito ed apprezzato. Soprattutto il mettere a proprio agio il concorrente con un atteggiamento positivo in modo che possa dare il meglio di sé nella performance che deve mostrare, soggetta, come è naturale, agli stati d’animo».

I suoi Hobby?

«Oh …io ne ho tanti. Il primo , il più importante è la danza. Con mio marito abbiamo frequentato diversi anni si scuola per il Liscio Tradizionale e i Balli da Sala. Abbiamo anche gareggiato un po’… ma anche quelle gare sono nei weekend e io ero in difficoltà con il tempo libero dalle gare di dressage. Un altro hobby è la Mountain Bike. Io corro quasi ogni giorno, principalmente da sola, ho anche fatto le ECOLIMPIADI nel 2017 con un percorso di 42km dove… io …l’ultima dei dilettanti… sono riuscita a stare nel tempo indicato. È stato bellissimo. Un altro importante hobby sono i trekking in montagna. Ogni anno mi concedo 15 giorni in Alto Adige, assolutamente indispensabili per ricaricare lo spirito, dove scopro sempre nuovi percorsi che mi portano fino in alta montagna in rifugi bellissimi dove è possibile essere veramente vicino al cielo. L’ultimo, il più importante ora, sono gli attacchi. Ho un’ottima cavallina che attacco regolarmente con grandissima soddisfazione».

Ha qualche suggerimento per la FEI in materia di corpo giudicante?

«Direi che non ho alcun suggerimento. La FEI adotta e ha già adottato da anni un sistema di selezione e addestramento del Giudici veramente molto scrupoloso , dettagliato , a volte addirittura arduo. La formazione è in mano ai migliori Giudici, di grandissima esperienza, quali Katrina Wuest, Stephen Clark, Dieter Schule, Hans Christian Matthiesen che trasmettono la loro esperienza e il loro sapere aggiornando di anno in anno le nuove linee guida che arrivano a valutare i più piccoli particolari, tenendo sempre in considerazione il benessere fisico e psichico del nostro atleta a quattro gambe».

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