Le interviste di dressage.it: Irina Mcnamee

di Redazione

Moscovita, prima della sua famiglia a incontrare il mondo dei cavalli, Irina Mcnamee si è formata con i più grandi giudici Fei mondiali. All’origine della sua passione per il dressage anche l’incontro, quando era adolescente, con Olga Soboleva. Dressage.it ha avuto il piacere di intervistarla…

Come e quando ha incontrato i cavalli nella sua vita? E dove e quando il Dressage?

«Sono sempre stata affascinata dai cavalli e questa cosa è rimasta per me assolutamente inspiegabile perché nessuno nella mia famiglia ha mai avuto niente a che fare con i cavalli. Son cresciuta ai tempi del comunismo nel mio Paese e quindi a quell’epoca non esistevano a Mosca maneggi né tantomeno cavalli privati. Sia i maneggi, sia i cavalli appartenevano a Strutture Governative. Era veramente difficile per un adolescente riuscire a frequentare maneggi e ricevere lezioni di equitazione se non si era coinvolti, in qualche modo, con il mondo equestre. Ricordo una competizione estrema tra ragazzi per poter essere ammessi a prendere lezioni di equitazione nelle strutture governative. Inoltre non possedevo proprio, diciamo, una struttura fisica da atleta, perciò non superavo mai le prove di ammissione. Ma finalmente, con un pizzico di fortuna, fui accettata da un “club per ragazzi che amano i cavalli”, nel centro equestre di Bitza, struttura equestre gigantesca costruita in occasione delle Olimpiadi del 1980. Inutile dire quanta gioia provai! Ed ecco così che cominciò la mia “vita in Scuderia”. Per molti anni mi sono potuta allenare nel Centro Equestre di Bitza. Non desideravo altro che poter stare nel mondo dei cavalli! La responsabile dei ragazzi ammessi alla scuola era una amazzone di Grand Prix nonché ottimo trainer, Olga Soboleva, la quale, notando la mia “ossessione” per i cavalli mi selezionò, con altre due ragazze quale sua assistente. Così ci insegnò come prendersi cura dei cavalli, impartendoci lezioni di dressage e, infine, ci permise di presentare in gara i suoi cavalli da dressage. L’emulazione di Olga divenne il mio obbiettivo primario e così il mio amore per il dressage si sviluppò al punto da diventare un sentimento duraturo con tutta la mia vita».

Quando è diventata giudice di dressage?

«La Federazione russa aveva bisogno di segretarie per Giudici Internazionali con padronanza della lingua inglese, e quindi sono diventata assidua assistente per tutte le competizioni internazionali o seminari specialistici. Così ho avuto modo di affiancare giudici con esperienze e conoscenze tali da renderli leggendari, come Dieter Schule, Enzo Truppa, Ghislain Fouarge, Kathrina Wüst, Stephen Clarke, Mariette Withages, Wojtek Markowski, Eric Lette. Ho imparato da tutti loro le metodologie di giudizio, appassionandomi sempre di più al punto che decisi, quindi, di diventare un giudice di dressage. Ho allora intrapreso il sistema di formazione giudici nazionale, conseguendo la qualifica di giudice nazionale a livello Grand Prix. Col supporto della federazione nel 2009 potei superare l’esame FEI per diventare giudice internazionale 3 stelle (candidato giudice internazionale n.d.r.)».

Come si è sviluppata la sua carriera da giudice?

«Sono stata molto fortunata nelle mia carriera che si è avvalsa del supporto di tutti i miei colleghi e mi ha portato a risultati importanti molto più in fretta di quanto mi aspettassi, anche grazie ai tanti inviti ricevuti a giudicare a livello internazionale. In effetti quando si è giudice alle prime esperienze e si è poco conosciuti è evidente che ricevere inviti internazionali sia molto stimolante e importante. Nel 2013, dopo aver passato l’esame per poter giudicare giovani cavalli, sono passata al grado di giudice 4 stelle FEI. Poi nel 2017 al massimo livello FEI di giudice 5 stelle. Nel frattempo avevo avuto modo di giudicare tanti meravigliosi CDI, Campionato Europeo Senior, 2 finali di coppe del Mondo, due Europei Under 25 e tanti campionati per giovani cavalieri, nonché campionati mondiali per giovani cavalli. Ognuno di questi concorsi è stato per me motivo di meravigliosi ricordi e occasione per acquisire ulteriori esperienze».

Ha qualche preoccupazione prima di giudicare una ripresa?

«Mi piace molto giudicare quindi non posso dire di essere “preoccupata” in senso negativo poiché ho fiducia in quello che sto per fare sulla base delle mie esperienze e conoscenze tecniche, ma poiché desidero svolgere il mio compito al meglio, mi descriverei come attenta e concentrata su quello che andrò a fare».

I suoi hobby?

«Monto a cavallo, non a livello agonistico, ma per puro piacere e per tenermi in forma così posso trascorrere del tempo in Scuderia, che per me rappresenta sempre un grande piacere. Mi piace molto viaggiare e vedere posti nuovi. Mi piacciono i cani, pesci in acquario e piante da interni».

Quale dovrebbe essere secondo lei il rapporto tra giudice e altri addetti ai lavori? (trainers, cavalieri, sponsor, media etc)

«Penso che dovrebbe esserci una cooperazione in continuo miglioramento tra tutti gli addetti ai lavori e ognuno di noi può in effetti trarre benefici nell’ acquisire esperienze dagli altri soggetti in questione. Solo lavorando tutti insieme si potrà avere successo nel mondo del dressage moderno, che offre sempre più sfide interessanti per il nostro sport, anche in termini di gradimento di pubblico in crescita continua, senza però mettere in secondo piano i fondamentali principi del nostro sport e il benessere del cavallo. Ritengo che stiamo vivendo un periodo eccitante per il dressage che continua a progredire in maniera favolosa in tutti i suoi aspetti. Le qualità dei migliori binomi è assolutamente fuori dal comune, quindi è nostro compito cercare di lavorare tutti insieme e fare del nostro meglio per lo sviluppo ulteriore del dressage, la sua globalizzazione e la crescita della sua popolarità».

Qualche suggerimento alla FEI riguardo ai giudici?

«Ho grande rispetto per il lavoro veramente significativo svolto dal Dressage Committe della FEI e dei membri del Gruppo Formazione della FEI.

Molte innovazioni introdotte si sono rilevate molto efficienti come:

  • Introduzione dei mezzi punti
  • 7 giudici ai Campionati
  • Supervisori del JSP a campionati e finali di Coppa del mondo e a campionati giovanili
  • La regola del 5%
  • La creazione del Judges Advisory Group (JAG)
  • L’uso del cosiddetto E-dressage protocols
  • DOD Freestyle method
  • L’introduzione del dash-board online per i giudici con statistiche aggiornate, riviste dal JSP che poi riporta al JAG. Ciò costituisce quindi un ulteriore supporto ai giudici stessi che così si avvalgono di una guida da parte del JAG.
  • Poter usufruire di seminari online

Condivido pienamente lo sforzo della FEI nel dedicare tante risorse alla formazione dei suoi ufficiali di gara. Credo che il continuo aggiornamento sia la chiave per migliorare la qualità del giudizio che siamo chiamati ad esprimere e tutti noi dovremmo considerare seriamente questo aspetto per rimanere sempre aggiornati ed efficienti. Avremo un nuovo sistema educativo per giudici internazionali nel 2022, penso altresì possa essere interessante un progetto futuro finalizzato a convertire l’attuale manuale “Dressage Judges Hanbook” in un formato online con video esplicativi, in modo da mostrare come i vari movimenti delle riprese andrebbero eseguiti con assegnazioni dei relativi punteggi e identificazione degli errori fondamentali da riconoscere quando si giudica. Mi rendo conto che questo compito è estremamente gravoso e difficile da realizzare, ma potrebbe costituire un formidabile mezzo formativo a beneficio di tutti i giudici, cavalieri, trainers, spettatori, media».

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