Le interviste di dressage.it: Henning Lehrmann

di Redazione

Giudice a 5 stelle dal 2017, Henning Lehrmann come la maggior parte dei colleghi giudici ha un passato equestre di successo alle spalle. Tra le sue passioni l’addestramento di giovani cavalli, Lehrmann crede fermamente nel fairplay e nel benessere del cavallo. Dressage.it ha raccolto la sua intervista.

Dove vive?

«Vivo in un piccolo paese, Helmstedt nella Germania del Nord.

Come e quando ha incontrato i cavalli? E in particolare il Dressage?

«La mia intera famiglia è sempre stata coinvolta nel mondo dei cavalli e quindi fin da piccolo, avevo 11 anni, ho potuto montare un cavallo che era prima montato da mio fratello maggiore. Questo cavallo aveva 17 anni, un vero maestro, che adoravo. All’inizio ho partecipato a gare di completo, perché tutta la mia famiglia praticava quella disciplina, ma dopo un po’ di anni mi sono reso conto che mi mancava un po’ di coraggio per praticare al meglio quello sport. A 14 anni ho ricevuto un cavallo di 4 anni col quale mi trovavo molto bene e con il quale siamo cresciuti insieme. Infatti alla soglia dei 19 anni montai il mio primo Grand Prix con Leon (questo era il suo nome) che aveva 9 anni. Ho vinto vari Grand Prix con lui e mi sono piazzato in Coppa del Mondo. La mia passione è addestrare giovani cavalli. Negli anni ho vinto svariate gare di Gran Prix, con cavalli da me addestrati. La mia più grande gioia è quando ho la possibilità di addestrare cavalli e soprattutto trascorrere del tempo con loro».

Quando è diventato giudice di Dressage?

«Alla fine degli anni 90 sono diventato giudice; naturalmente, a quel tempo, ai livelli di base».

Come si è sviluppata la sua carriera?

«Nel 2006 sono stato nominato giudice nazionale a livello di Grand Prix, nel 2012 ho passato l’esame per diventare giudice internazionale a 3 stelle e nel 2014 quello per passare a 4 stelle. Dal 2017 sono stato nominato giudice FEI 5 stelle».

Henning Lerhmann su Rolex Royal

Secondo lei quale dovrebbe essere la relazione tra i giudici e gli altri addetti ai lavori (cavalieri, istruttori, sponsor, media etc.)?

«Pur mantenendo la propria indipendenza di giudizio, i giudici dovrebbero lavorare insieme con gli altri addetti ai lavori, poiché gli intenti sono comuni: Sport a buon livello, benessere del cavallo, Fairplay, impegno a sviluppare e migliorare la disciplina del dressage. Essendo un cavaliere, naturalmente conosco personalmente tanti cavalieri e trainers e ritengo importante poter discutere tra di noi vari argomenti attuali del nostro sport, sempre in maniera amichevole e rispettosa, perché in fondo, siamo tutti sulla stessa barca».

È preoccupato quando si accinge a giudicare una ripresa di dressage?

«No, solo che la mia segretaria di giuria sia efficiente».

I suoi hobby?

«Prima di tutto i cavalli. Mi piace anche scuba-diving, viaggiare e incontrare i miei amici».

Qualche suggerimento alla FEI riguardo ai giudici di dressage?

«Sarebbe meglio per il dressage che la FEI incoraggiasse più cavalieri e istruttori a sedere al tavolo dei giudici e soprattutto la FEI dovrebbe dare più enfasi alle capacità tecniche (“buon occhio”) di un giudice, piuttosto che continuare a verificare le loro conoscenze di norme e regolamenti».

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