La parola al Maestro Theodorescu

Riportiamo alcune riflessioni del famoso trainer George Theodorescu circa gli indirizzi che giudici, cavalieri e istruttori dovrebbero aver ben presente nello svolgere il proprio ruolo nel mondo del dressage

di Redazione

«Oggigiorno si fa un gran parlare di sempre rinnovate metodologie e la domanda che ci si pone sta nell’indirizzo che tutto ciò può avere. Cosa può esserci di così nuovo nel montare in dressage e nell’addestramento del cavallo? In fondo i cavalli sono rimasti gli stessi negli ultimi secoli, pur tenendo conto della migliorata qualità di molti soggetti raggiunta attraverso una maggiore selettività nell’allevamento.

Ci sono tuttavia criteri di addestramento che non cambiano: il treno anteriore di un cavallo pesa circa 80 chili più di quello posteriore, oggi esattamente come nel passato. Non è già questo un ottimo motivo per porre la massima attenzione nel promuovere nel cavallo in fase di addestramento lo sviluppo di un buon equilibrio?

Capita sempre con maggior frequenza di osservare in gara cavalli che vengono lavorati dal “davanti verso i posteriori”; compiono gesti spettacolari con gli anteriori mentre trascinano le anche con la schiena rigida e rimangono dietro la verticale. I loro cavalieri li presentano in andature troppo affrettate o troppo spente, ma quasi mai in una situazione ottimale di riunione. Al passo, l’andatura più importante, raramente il cavallo propone movimenti elastici e marcati, sostituendoli con un incedere a volte chiaramente meccanico nonostante, con grande stupore degli esperti, prove di questo tipo vengono spesso premiate con punteggi considerevoli. Non sarebbe meglio che giudici, cavalieri e trainer, invece di ricercare continuamente novità si fermassero a riflettere seriamente sui vecchi principi del dressage?

Non è forse un dato oggettivo che le anche dispongono, morfologicamente parlando, di “molle” più efficaci rispetto agli anteriori? La capacità ammortizzante delle anche è fatta per portar peso e quando si comprimono, sotto un maggior peso spostato sui posteriori, gli anteriori possono estendersi maggiormente. Questo principio è facilmente individuabile per esempio durante un salto o nelle fasi di sospensione del piaffe o del passage I termini ” Hankenbiegung ” (posteriori flessi) e ” Unter – den – Schwerpunkt – treten (spingersi sotto al baricentro) descrivono questo concetto purtroppo molto spesso dimenticato. Felix Burkner una volta disse: “Le fondamenta (del dressage) risiedono nella ginnastica sistematica per lo sviluppo delle anche col fine di preparare il cavallo per la riunione“. Tutto ciò ha forse perso la sua validità? Personalmente ritengo di no. Penso invece che la riunione sia ottenuta principalmente attraverso l’esecuzione di “mezze – fermate” e di alt .

Questo principio è riscontrabile non solo nel Regolamento Internazionale della FEI, ma anche in tutti i manuali classici di equitazione, basati su esperienze centenarie. Museler, per esempio, scrisse: “Tutte le ‘ mezze – fermate sono impartite nello stesso modo, montando il cavallo dai posteriori verso una mano non cedevole“. E ciò che vale per la riunione vale anche per l’estensione. Le anche devono spingersi in maniera del tutto analoga, sotto al baricentro. Il profilo generale del cavallo deve si allungarsi, ma sempre con un’azione che origina dai posteriori in avanti e mai il contrario.

Felix Burkner, uno dei veri grandi trainer e cavalieri, una volta disse: “Le basi di un soggetto da dressage ben addestrato sono la risultante dei principi di monta raccolti in ‘ Regole ‘ che rimangono valide in qualsiasi epoca. Abbandonare queste esperienze centenarie conduce a risultati devastanti. Le richieste di un training corretto in dressage, capaci di accrescere la bellezza del cavallo, sono direttamente legate al principio secondo il quale perfino un cavallo di altissimo livello (il nostro livello D fino a Grand Prix, n.d 1.) può in qualsiasi momento recuperare l’attitudinee la decontrazione di un soggetto in fase di addestramento preliminare (nostro livello E o F. n.d.t.). Solo questo principio consente al cavaliere di evitare tensioni durante il lavoro ai più alti gradi di riunione. Se un cavallo di alto livello può decontrarsi quanto un soggetto in addestramento preliminare, il cavaliere avrà certezza che le basi dell’addestramento sono corrette. Tutto ciò si rivela chiaramente solo agli occhi di quei giudici che hanno una profonda cognizione di cosa sia un corretto addestramento e riescono a vedere oltre ciò che gli si presenta davanti.

Un giudice non dovrebbe limitarsi a mero trascrittore di errori formali, ma piuttosto aiutare il cavallo onesto, correttamente addestrato a emergere. In caso contrario, la sua funzione diviene lesiva dell’essenza della nostra arte equestre e soprattutto non incoraggerà i nuovi ad avvicinarsi al dressage.

Da parte loro, i concorrenti devono avere piena fiducia nelle capacità e nelle conoscenze del giudice, laddove quest’ultimo ha il compito di aiutare i principianti con le proprie note di commento, volte a dare un indirizzo rispetto alla maniera corretta di montare e aderire quindi a principi di base adeguati”.

Se oggigiorno ci sono giudici che premiano con voti alti monte e movimenti che non aderiscono a questi principi, dobbiamo chiederci se questi ultimi siano ancora validi o vadano cambiati. Nel caso i suddetti principi siano ancora validi, perché non seguirli? Trainers, cavalieri e soprattutto i giudici, determinano il corso del dressage attraverso il loro giudizio e dovrebbero ricordarselo sempre, sia quando giudicano un Grand Prix sia di fronte a una ripresa di livello elementare. Se un soggetto dai movimenti molto appariscenti, ma tesi e corti consegue un punteggio superiore a quello di un altro più elastico, decontratto e ben montato in un Test, non c’è poi da stupirsi che un numero sempre crescente di cavalieri segua una traccia sbagliata nell’impostazione dell’addestramento del proprio cavallo.

Si riportano una serie di grafici che aiutano a interpretare visivamente quanto riportato.

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