Giovani Cavalli: progressione del lavoro e conclusione/5

di Enzo Truppa

Dopo cinque/sei mesi di lavoro del puledro montato, si dovrebbe cercare di consolidare alcune prerogative fondamentali dell’addestramento preliminare quali la corretta sequenza delle andature, il montare con tendenza in avanti e con un contatto costante e leggero, ma più di tutto cercare la deconcentrazione fisica e psichica del giovane cavallo.

Gradualmente e sistematicamente le richieste iniziali possono essere aumentate. Fino a che punto ci si potrà spingere dipenderà dall’abilità del cavaliere e anche, bisogna dirlo, dalle capacità intrinseche del cavallo.

Inoltre, le situazioni che si presentano giorno dopo giorno giocheranno un ruolo importante nella fissazione del programma di addestramento. Poiché mentre per i cavalli più anziani ed esperti si tratterà di confermare quanto da loro appreso e quindi tenerli in forma, per i giovani cavalli spesso si dovranno fare i conti con alternanza di buoni risultati a momenti un po’ meno positivi e quindi con prestazioni che un giorno sono soddisfacenti mentre il giorno seguente lo risulteranno meno, magari con qualche dimostrazione di esuberanza giovanile, alternati a diversi livelli di stanchezza o diversi livelli di necessità di movimento.

A tutto ciò vanno aggiunte indubbiamente le influenze esterne dell’ambiente in cui si svolge l’addestramento.

Col proseguire dell’addestramento di base, il cavaliere dovrebbe gradualmente familiarizzare il cavallo con le finalità dei diversi aiuti. Il cavaliere potrà sempre più sostituire i suoi aiuti di base con comandi sempre più raffinati.

Come già detto, in natura il cavallo porta la maggior parte del suo peso sugli arti anteriori e aggiungendo il peso del cavaliere si aggraverà questa situazione. Per mantenere lo stato di salute e preservare l’equilibrio naturale del cavallo, i posteriori dovranno essere incoraggiati a portarsi sempre più sotto il centro di gravità. Tale procedimento, dovrà essere gradualmente proposto ad un giovane cavallo con molta cautela e sensibilità. Gli esercizi che facilitano questo scopo sono transizioni tra diverse andature e nell’ambito della stessa andatura. La transizione principale è quella dal trotto al galoppo e dal galoppo al trotto. I giudici, allorché chiamati a giudicare classi di cavalli di quattro anni per esempio, dovranno prestare molta attenzione all’accuratezza nella effettuazione di queste transizioni.

Più tardi, le transizioni dal trotto al passo aiuteranno molto ad ingaggiare i posteriori e ciò sarà possibile se l’incollatura del cavallo non è stata accorciata a causa dell’eccessivo uso delle mani del cavaliere. Inoltre nel montare le transizioni, specialmente dal punto di vista dei giudici, si dovrà osservare che la decontrazione e l’oscillazione della schiena siano sempre presenti. In definitiva, attraverso l’effettuazione di transizioni corrette ed eseguite da un cavaliere sensibile, la corretta sequenza delle andature, la decontrazione e il contatto del cavallo saranno sicuramente migliorati. L’epoca a cui ci si potrà riferire per introdurre il trotto seduto dipenderà da quando il cavallo avrà imparato ad utilizzare la propria schiena. Se montato chiaramente in avanti, cercherà, con buona volontà, attraverso la propria bocca il contatto offerto dalle mani del cavaliere. Agli inizi sarà sufficiente sedersi solo per qualche metro e se si avrà la sensazione che il cavallo si blocchi a seguito di tale situazione, occorrerà ritornare immediatamente al trotto leggero per ripristinare l’oscillazione e l’uso della schiena. Col progredire dell’addestramento, anche circoli e cambi di direzione saranno effettuati con diametro inferiore, perfezionandone l’esecuzione. In effetti montando circoli piuttosto larghi il cavallo viene aiutato a decontrarsi, poiché tali figure eseguite in un tempo costante e con chiara propensione al movimento in avanti, sono utilissimi a questo scopo. Una flessione al costato corretta e, ad esempio, una esecuzione di un circolo corretto, saranno possibili solo se il contatto sarà costante e leggero.

Questa è un’osservazione su cui i giudici dovrebbero riflettere profondamente allorché dovranno dare giudizi sulle riprese di giovani cavalli. In particolare un cavallo accorciato nell’incollatura, non si fletterà alla prima vertebra, ma all’altezza della terza e ciò è visivamente percepibile ed andrebbe sanzionato conseguentemente. Una volta che il cavallo ha accettato gli aiuti del cavaliere, si potrà introdurre qualche movimento laterale e più impegnativo, (esercizi come ridurre ad allargare il circolo a spirale, cessioni alla gamba etc.). Un buon addestramento di base di un giovane cavallo, tende a formare un cavallo che rispetterà ed eseguirà gli aiuti del cavaliere con buona volontà rimanendo decontratto fisicamente e psicologicamente per tutto il tempo della sua prestazione.

In fondo come la FEI ci indica è che vorremmo vedere nei rettangoli di gara un “HAPPY ATHLET”!!!

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