Giovani Cavalli: il giudice e l’utilizzo della gamma dei voti/8

di Enzo Truppa

Un buon giudice di dressage deve possedere, tra tante altre qualità, anche una chiara visione di cosa ciascun voto assegnato realmente significhi e deve essere quindi in grado di associare coerentemente e correttamente ad ogni voto un giudizio corrispondente (come per esempio sufficiente o male). L’uso della scala dei voti a disposizione, da zero a dieci (con la possibilità del “mezzo voto” cioè 6,5 8,5 etc, va effettuato in maniera omogenea e coerente; il che implica, tra l’altro, che il giudice, per così dire, non cambi opinione da una gara all’altra o da un concorrente all’altro.

0 – NON ESEGUITO.

Non ricordo di aver mai dato uno zero, ma di essere stato presente ad una ripresa dove un cavallo ha continuato ad eseguire il passage senza nessun tempo di piaffé al punto richiesto, perché il cavaliere probabilmente aveva intuito che il cavallo era sul punto di resistere violentemente. Devo precisare però che ciò costituisce un evento molto raro e ricordo molto bene che finanche tra i colleghi che avevano giudicato questa ripresa alcuni avevano assegnato un uno e altri avevano dato uno zero. Tra i pochi esempi dove lo zero potrebbe essere un voto pertinente si può ipotizzare il caso di un cavallo che trottigna o comunque fa “jogging” durante tutto il movimento al passo, tenendo però presente che qualora esista un seppur minimo frammento del movimento richiesto il voto non potrà essere zero. Per esempio, se il cavallo ha trottato durante un cambio di galoppo al volo c’è pur sempre una frazione di galoppo a cui dare il voto.

1 – MOLTO MALE.

Questo è un voto appropriato in presenza di una resistenza molto accentuata. Per esempio se un cavallo si ferma, indietreggia o si alza in piedi.

2 – MALE.

Anche in questo caso in genere ci si trova di fronte a una forte resistenza del cavallo o allorché non sia stata eseguita buona parte dell’esercizio (ad esempio al passo il cavallo mostra tale andatura per qualche tratto e quindi comincia a piaffare o trottignare etc.).

3 – ABBASTANZA MALE.

Voto da assegnare quando c’è comunque una resistenza combinata con mancanza di qualità intesa come non aderenza agli elementi della scala del training e in presenza di altri errori. In totale mancanza di qualità, combinata con errori ovvero nel caso il cavallo opponga delle resistenze è anche possibile assegnare un due. E’ completamente fuori luogo, dare un tre, al passo allungato, con una dicitura “deve coprire di più” perché se la sequenza del passo è comunque chiara il voto da assegnare è sicuramente più alto.

4 – INSUFFICIENTE.

La cosa più importante quando si dà un quattro è che si pensi che quel movimento è stato eseguito in maniera insufficiente rispetto alle aspettative tecniche richieste. Se per esempio un cavallo perde regolarità in tutti i movimenti al trotto per rigidità o per evidenti resistenze piuttosto che per problemi di salute, ecco allora che un quattro è un voto appropriato e forse qualche volta anche un tre se le resistenze risultano accentuate.

Errori gravi come cambiare di piede durante l’esecuzione di una piroetta al galoppo o il rompere al galoppo durante un trotto allungato, ovvero perdere il galoppo durante una figura a questa andatura, così come un cavallo che trottigna per buona parte di un movimento al passo o ancora se cade al trotto durante un cambio di galoppo semplice sono esempi pratici di quando un quattro o anche un tre (se vi è mancanza di qualità e accenno di resistenza), sono voti appropriati. Ho potuto constatare che un giudice, peraltro preparato ed esperto, in una data circostanza, aveva assegnato un quattro perchè il cavallo subito prima dell’alt aveva eseguito un cambio “tempi-tempi”. Ciò non è corretto poiché la figura principale è per l’appunto costituita dall’alt (eseguito!) in combinazione con la qualità del galoppo (buona!) e perciò qual cambio involontario denotava una temporanea perdita di equilibrio o lieve incomprensione tra cavallo e cavaliere sanzionabile con un punto o un punto e mezzo in meno del voto meritato altrimenti (cioè, per esempio, un sette e mezzo diventerebbe un sei).

5 – SUFFICIENTE.

Se il cavallo ha comunque eseguito il movimento richiesto si può dare un cinque (sufficiente in dressage) sebbene il movimento risulti in qualche maniera “ristretto” (per esempio con arti che non si staccano da terra ovvero mancanza di decontrazione o di impulso) purché in ogni caso vi sia una certa regolarità nell’esecuzione e il disegno o la figura risultino comunque accurati. La cosa più importante da osservare è che il giudice spieghi nelle note perché questo movimento non è soddisfacente o buono.

Ci si può imbattere invece in situazioni di buona qualità intesa come aderenza alla scala del training ed andature espressive, ma con un errore (per esempio cambi di galoppo in serie con un cambio mal eseguito); in tal caso il cinque potrebbe risultare il voto appropriato in quanto deducendo uno o due voti da quanto avrebbe meritato altrimenti, si arriva, per l’appunto, a cinque nel caso il voto ipoteticamente meritato senza l’errore fosse stato sette.

6 – SODDISFACENTE.

Il sei viene dato quando il movimento è sostanzialmente corretto, ma eseguito con non grande qualità (esempio: non abbastanza decontratto, magari con più ingaggio dei posteriori o più equilibrio oppure il contatto non è continuo). Un sei viene anche attribuito ad un movimento eseguito con grande qualità, ma in presenza di un piccolo errore di esecuzione o di inaccuratezza (per esempio una piroetta al passo con un passo riunito di buona qualità o una piroetta al galoppo con ottima andatura, ma entrambe magari troppo grandi). Anche quando il cavallo non è dritto spesso il sei è il voto appropriato (esempio un galoppo allungato con cavallo storto) purché comunque la qualità risulti buona.

7 – ABBASTANZA BENE.

Qui in genere non c’è niente di veramente “grave” da lamentare! In genere vi è necessità di più impulso, o più decontrazione, o più espressione, oppure più cadenza, ovvero il movimento non è eseguito per così dire “uphill” (rilevamento relativo). Le qualità di base risultano comunque chiare e vi è una certa armonia e facilità nel movimento eseguito.

8 – MOLTO BENE.

Quando si dà un otto sicuramente non devono esserci problemi di base. Il movimento è stato eseguito correttamente (per esempio nel caso di un trotto allungato che meritava un nove, ma diviene un otto perché la transizione non è stata all’altezza della qualità del trotto allungato). Spesso è una parte del movimento che fa sì che il nove diventi un otto (come la transizione al termine del galoppo allungato o al termine del trotto allungato). Però a volte l’otto viene dato al posto del nove perché ci si aspetterebbe un po’ più di brillantezza (per esempio ai livelli elementari un trotto di lavoro di venti metri con cavallo in equilibrio e molto regolare, ma che potrebbe mostrare maggiore impulso e elasticità).

9 – OTTIMO.

Qui siamo già nella zona “esplosiva” con la maggior parte del movimento eseguito in maniera eccellente (massima aderenza agli elementi della scala del training e grande qualità delle andature).

10 – ECCELLENTE.

Per dare un dieci bisogna immaginare di essere in presenza di una esecuzione che idealmente non potrebbe risultare migliore. Comunque dare un dieci deve essere un evento molto speciale perché se elargito molto spesso perderebbe il suo significato. Personalmente mi è già accaduto di dare un dieci in occasione che ricordo perfettamente.

Come è ormai noto da tempo, la FEI ha introdotto, molto opportunamente, l’uso di mezzi voti che permettono sicuramente una maggiore accuratezza nel giudizio. Si pensi alle figure con coefficiente, ad esempio, con voto 6,5 se non ci fosse il mezzo voto un 6 sarebbe troppo penalizzante e un 7 molto generoso. Mi preme sottolineare che l’uso dei mezzi voti non è raccomandato per voti al di sotto del 5!

ALTRE CONSIDERAZIONI

Uno dei requisiti fondamentali per essere dei buoni giudici è quello di essere quanto più possibile imparziali e chiari. In questo senso se un movimento è ottimo o eccellente si dovrà mostrare coraggio nel dare un otto o un nove e adoperare lo stesso coraggio nell’assegnare un tre o un quattro ad un movimento che meriti tale voto magari nel corso della stessa ripresa.

In effetti, in presenza di “qualità” bisognerebbe essere preparati a partire dal dieci o dal nove e quindi scalare il voto in funzione dei problemi che vengono notati durante l’esecuzione delle figure.

 

ULTERIORI PRECISAZIONI SU CONCETTI FONDAMENTALI E ASPETTI PRATICI

  1. Segretari di giuria. Non consentire che si instauri un dibattito tecnico su quanto giudicato. È una buona idea fissare dei punti di controllo durante il test (per esempio il primo controllo al passo allungato) facendo dire al segretario “siamo al punto nove o dieci” e, ancora una seconda volta durante la ripresa.
  2. Kϋr con musica. I voti artistici si riferiscono alla coreografia e alla scelta e interpretazione della musica. Quando si dà quest’ultimo voto (inerente alla musica) si deve tenere in considerazione anche la presentazione d’insieme della ripresa.

Il grado di difficoltà e i primi due voti della parte destra dei fogli di valutazione della Kϋr si riferiscono in realtà all’accertamento tecnico delle figure e quindi dovrà sempre esserci una relazione fra essi. Pertanto se i primi due voti dalla parte destra del “foglio ripresa kϋr” non sono soddisfacenti, il grado di difficoltà non potrà ricevere un voto da soddisfacente in su.

  • Giovani cavalli. Quando il giudice valuta le riprese di giovani cavalli porre attenzione, tra l’altro, che il lavoro alle due mani risulti egualmente corretto; dare sempre commenti positivi ai cavalieri e indicare cosa migliorare piuttosto che mettere in evidenza la parte negativa del test. Se viene omessa una parte della presentazione (ad esempio non vengono eseguite le cessioni alla gamba durante una ripresa), il voto di “cavalcabilità” ne risentirà negativamente poiché, per errore o per scelta premeditata, non viene mostrato uno degli esercizi fondamentali preposto a tale valutazione.
  • Lingua. Quando il cavallo tiene la lingua di fronte e in basso ignorare assolutamente tale atteggiamento. Se la lingua è ritirata indietro, almeno un punto in meno per ogni figura, se invece il cavallo passa la lingua sopra il ferro o la mostra da un lato togliere almeno due punti e comunque voto massimo 5. Bocca e labbra iper attive: assolutamente nessun problema.

Se il cavallo digrigna i denti, e non vi sono altri segni di tensione ciò va ignorato in quanto, così come la lingua tenuta leggermente in avanti e in basso, si tratta molto spesso di un segno di concentrazione del cavallo. In questi casi va valutato l’impressione generale e cioè se i posteriori del cavallo sono ingaggiati, regolarità delle andature, cavallo dritto etc.

  • Standard tecnici di riferimento. Le regole FEI tradotte nel regolamento dressage italiano sono la fonte di riferimento tecnico per ogni giudice. Evitare valutazioni soggettive (es. “a mio parere”, “io l’ho visto così” etc.). Gli obiettivi del dressage sono ben definiti nel regolamento FEI e FISE, così come gli elementi della scala del training. Ogni movimento deve essere valutato dal giudice sulla base dell’aderenza ai punti della scala del training e agli standard di riferimento specifici per quella figura.
  • Qualità. Quando si parla di qualità spesso si tende ad equivocare. Qualità significa innanzitutto aderenza agli standard tecnici richiesti, principalmente la scala dell’addestramento e del giudizio e, naturalmente, la qualità delle andature.
    • Cadenza dressagistica. Ricordare che gli ingredienti della cadenza dressagistica sono regolarità, impulso e equilibrio (riunione). Un giovane cavallo può mostrare magnifico impulso naturale, ma non cadenza dressagistica in quanto sicuramente non ancora maturo per mostrare la riunione richiesta. A livelli progrediti del dressage, se il cavallo non mostra cadenza il massimo voto sarà sette, purché non vi siano altri problemi di cui tener conto.
    • Rilevamento (relativo). Quando si parla di “rilevamento relativo” si deve avere riguardo al grado di flessione e abbassamento delle anche che permette al cavallo di portare peso e non, come ritenuto da molti, ad un innalzamento dell’incollatura spesso ottenuto con azioni di mano. Se un cavallo non mostra rilevamento (si ripete per ulteriore chiarezza: flessione delle anche che comporta alleggerimento e rilevamento del treno anteriore quindi, visivamente, del garrese) il voto massimo sarà sette.

NOTA GENERALE. Lo scopo principale di un giudice è di preservare i principi classici e indicare la corretta via per proseguire nell’addestramento del cavallo e ciò implica, tra l’altro, di tenere sempre un’attitudine costruttiva e corretta verso i cavalieri e non anteporre le proprie preferenze “personali” ad una obbiettiva valutazione delle riprese e soprattutto quando il proprio giudizio differisca da quello dei propri colleghi, cercare di ripercorrere (con ausilio di eventuali video o delle schede di valutazione) insieme i punti dove tali divergenze sono apparse allo scopo di raggiungere una uniformità di giudizio in situazioni analoghe in futuro.

I Giovani Cavalli

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