Giovani Cavalli: Decontrazione/4

di Enzo Truppa

La decontrazione in questa fase di addestramento è l’obiettivo principale (in realtà tale obiettivo non andrebbe mai perso di vista anche nel prosieguo dell’addestramento); il grado di decontrazione raggiunto in rapporto all’età e al tempo di addestramento del puledro, deve essere controllato regolarmente nell’intento di migliorarlo e rifinirlo giorno dopo giorno.

Decontrazione significa usare i muscoli senza tensione, contrarsi o distendersi quando richiesto o quando necessario e quindi la decontrazione può essere raggiunta solo se si eviterà l’uso della forza o comunque di mezzi brutali nell’addestramento giornaliero del puledro.

Il cavallo deve essere contento e decontratto fisicamente per raggiungere la decontrazione fisica e psichica; ciò è tanto vero da rappresentare uno dei punti fondamentali da accertare da chi è chiamato a giudicare riprese di più alto livello. Infatti, come già accennato, il passo allungato comporta sempre un coefficiente di maggiore valutazione, (spesso al cavallo viene richiesto di passare a tale andatura dopo aver effettuato figure di alta riunione) perché il cavallo decontratto è lo specchio della qualità dell’addestramento del cavallo stesso.

Un trattamento di scuderia attento, attuato con regolarità di comportamento e sensibilità, nonché l’opportunità di muoversi durante la giornata, saranno sicuramente d’aiuto nel raggiungimento di questo obiettivo. Il cavallo decontratto fisicamente e psicologicamente si muove con la schiena che oscilla nel tempo naturale dell’andatura con chiara tendenza ad andare in avanti, ma senza affrettare.

Esercizi di decontrazione e di stretching servono a riscaldare i muscoli, i tendini e le articolazioni favorendo l’oscillazione della schiena. I posteriori spingono in avanti il cavallo che cercherà la mano del cavaliere in un contatto leggero e fiducioso. La decontrazione può essere accertata (e tale esercizio e’ spesso richiesto nelle riprese per giovani cavalli) dalla volontà del cavallo di allungare l’incollatura a cercare l’imboccatura in basso e in avanti, lasciando così che le redini scivolino tra le dita del cavaliere (questo, a livello internazionale, è considerato un esercizio di fondamentale importanza nell’ addestramento del giovane cavallo ed è inserito in tutte le riprese per giovani cavalli). Un contatto sensibile e leggero infonderà sicurezza nel cavallo, favorendo il processo di ritrovamento del suo equilibrio con il cavaliere in sella. Il cavallo si muoverà in avanti nella sequenza dell’andatura prescelta, con la schiena che oscilla, con calma ed equilibrio. Al passo sarebbe sempre opportuno tenere il giovane cavallo a redini lunghe e accorciare le redini solo un momento prima, ad esempio, di iniziare la transizione al trotto, mentre al trotto e al galoppo il cavallo viene mandato in avanti verso una mano che dovrà risultare gentile e piuttosto “passiva”

Durante questo processo di familiarizzazione del puledro, il cavaliere dovrà tenere un contatto leggero con la sua bocca e non forzarlo in una posizione “solo formalmente” corretta dell’incollatura attraverso l’uso delle mani. Un contatto leggero e sensibile aiuterà enormemente un giovane cavallo a ritrovare il suo equilibrio, a procedere nella corretta sequenza nell’andatura prescelta e a decontrarsi. A ciò può contribuire anche il lavoro alla longe svolto sistematicamente poiché tale lavoro, se ben fatto, farà si che i muscoli del cavallo vengano per così dire “allenati” correttamente. Grazie agli aiuti propulsivi e ad una mano sensibile, il cavallo imparerà a muoversi, (senza interpretare ciò con eccessivo formalismo), in una posizione ideale dove, visivamente parlando, la testa e il naso dovrebbero risultare su una linea verticale.

Inizialmente il giovane cavallo cercherà un contatto in una posizione dove l’incollatura risulti leggermente abbassata; questa è una posizione sicuramente favorevole a raggiungere più facilmente (grazie allo stretching implicito in ciò) una decontrazione dei muscoli del collo e della schiena. Sicuramente gli istruttori, ma soprattutto i giudici dovranno porre molta attenzione a non favorire forme di cattivo addestramento dove l’incollatura del cavallo viene contenuta e accorciata attraverso l’uso delle mani. L’incollatura accorciata crea tensione e non consente una agevole ricerca dell’equilibrio del cavallo, impedisce il movimento in avanti dei posteriori e l’oscillazione della schiena e ciò provocherà sicuramente problemi tecnici ai giovani cavalli (equilibrio, difficoltà a portar peso, irritabilità etc.). Può invece accadere che occasionalmente il giovane cavallo risulti sopra la mano o sotto la verticale, ma occorre fare attenzione che non sia mai dietro la mano (problema molto più serio!). La fiducia nella mano del cavaliere può essere migliorata e verificata mediante cessioni temporanee del contatto sulle redini. Nell’ addestrare giovani cavalli occorre tenere in considerazione la loro condizione fisica, la eventuale mancanza di muscoli e di forza, evitando quindi, in tali circostanze, di eccedere nel lavoro. Se questi criteri non sono osservati, ne potrebbero derivare seri danni psichici e fisici al puledro. Nella fase iniziale del training, in genere, non è opportuno eseguire figure predeterminate, ma piuttosto esercizi elementari come cambiare nella diagonale, o nella mezza diagonale, effettuare circoli e cambi di direzione comunque ampi, con diametri molto larghi, evitando in questa fase di effettuare circoli stretti, cambi repentini di direzione, per non compromettere la struttura muscolare, tendinea e articolare del cavallo.


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