Claudio Gabbiani: lo spartito in rettangolo

di Redazione
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Claudio Gabbiani

Milanese, Claudio Gabbiani è la quota musicale delle più belle Kür azzurre. Nella sua vita, pentagramma, note e cavalli si uniscono all’insegna della passione, motore vero di qualsiasi eccellenza. Tra le sue Kür più note, quelle scritte per Laura Conz, Sara Morganti e Valentina Truppa. Nome stra-noto nell’ambiente degli addetti ai lavori, ma sicuramente figura da backstage, Dressage.it ha il piacere di accendere un riflettore dedicato solo a lui.

Claudio Gabbiani, ci può raccontare come e perché l’equitazione è entrata nella sua vita?

«Ho cominciato ad andare a cavallo a 25 anni in un maneggio fuori Milano gestito da un cavaliere francese (Gerard Beckrich) dove si praticava solo lavoro in piano e dressage legato alla scuola spagnola e lusitana. Lì ho cominciato poi a fare spettacoli in costume settecentesco, essenzialmente quadriglie, in varie località europee e lì ho conosciuto la mia futura moglie sposandoci poi a cavallo nel maneggio stesso».

Perché il dressage?

«Fin dall’inizio ho visto i movimenti del dressage come un lavoro armonico e naturale del cavallo. Di conseguenza mi è sembrato anche naturale che questo lavoro fosse un’armonia tra cavallo e cavaliere nel senso che si forma un rapporto imprescindibile ed indispensabile attraverso il quale nasce una sintonia fortissima che permette di diventare un tutt’uno tra cavallo e cavaliere nel rispetto reciproco».

Come è entrata la musica nella sua vita?

«Mia madre mi ha messo in mano per gioco una chitarra vera quando avevo 6 anni perché era stanca di vedermi girare per casa tutti i giorni con un chitarrino giocattolo che “suonavo a caso” fino allo sfinimento! Ho cominciato a studiare seriamente poi sia chitarra che composizione e, a 65 anni, non ho ancora finito».

Gabbiani, ci può raccontare come e quando ha deciso di combinare musica e cavallo?

«Oramai più di 25 anni fa Antonello Ruzittu, che allora montava con me nello stesso maneggio, mi disse che Laura Conz voleva cambiare le sue musiche per il Freestyle di Golden Toy e Mandur. E che, secondo lui, io potevo aiutarla. Ci ha messo in contatto e da allora è nato tutto».

Quali sono le Kür più belle che pensa di aver realizzato?

«Questa è una domanda difficile perché, onestamente, ho sempre cercato di dare le musiche ed il montaggio migliori ad ogni cavaliere con il quale ho collaborato. Sono sempre stato soddisfatto di ogni ripresa fatta; è vero, però, che alcune hanno dato maggior soddisfazione anche durante le gare. Penso alla Kur per Laura Conz e Fibrin a Parigi. A quella per Daniel Pinto con la musica dei Queen. A quella di Ester Soldi con la musica di Strauss. Tutte le Kür fatte per i mondiali e le Paralimpiadi di Sara Morganti, confrontandomi spessissimo con Laura Conz che oramai è diventata un’amica. Un discorso a parte meritano tutte le musiche fatte per Valentina Truppa. Con lei ho cominciato nel 1999 con Don Rico e ancora adesso lavoriamo insieme, io Enzo e Valentina, scambiandoci continuamente le nostre conoscenze e competenze. Mi sento di dire che si è creato un rapporto profondo che sicuramente va al di là del semplice lavoro».

Gabbiani, come avviene il contatto col cavaliere/istruttore quando si fa una Kür? Chi decide le musiche da utilizzare?

«Di solito mi contattano i cavalieri, discutiamo telefonicamente sulle loro esigenze, mi informo sulla morfologia e sulle andature del cavallo, chiedo loro di inviarmi un video con la ripresa completa e mi informo sul genere musicale che NON vorrebbero fosse utilizzato perché alla fine sono loro che montano e sono loro che devono sentirsi in armonia con cavallo e musica. Normalmente poi mi lasciano carta bianca nella scelta musicale e sono io che cerco di creare una storia ed un’atmosfera musicale che crei valore aggiunto al Freestyle. Invece con Enzo Truppa ci scambiamo continuamente esempi musicali anche al di là delle riprese da fare, per creare un database musicale per Valentina che diventi significativo per il riconoscimento del cavaliere e del cavallo in gara, ad esempio le musiche italiane o quelle operistiche. Per le Olimpiadi giapponesi, invece, è stata Laura Conz che ha voluto e mi ha chiesto di ricreare una storia con le musiche di “ Raya and the last Dragoon” per Sara Morganti ed è stata una sua intuizione vincente».

Qual è l’aspetto del dressage, come disciplina, che le piace di più e quale di meno?

«Armonia, rispetto, eleganza, naturalezza e rapporto cavallo e cavaliere sono quelli che mi piacciono di più. Quello che mi piace di meno è quando vedo cavalieri che non considerano questi elementi fondamentali. Ma solo la conquista del punteggio più alto a qualsiasi costo, spesso a scapito del cavallo».

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