A tu per tu con: Tatiana Miloserdova

di Redazione

Arriva dalla Russia una delle dressagiste più apprezzate del panorama nazionale. Tatiana Miloserdova, in Italia da moltissimi anni è nata a Mosca, città in cui si è anche laureata presso l’Università dello Sport, con indirizzo equestre.

Nella sua carriera ‘russa’, Tatiana ha perlustrato tutte le discipline. Nell’ordine salto, completo e dressage.

Nel 1991, il trasferimento in Italia, che coincide con l’inizio della sua ‘specializzazione’ in dressage.

L’anno successivo inizia a partecipare a concorsi nazionali italiani di dressage. Quindi segue la stagione degli internazionali: Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Svezia, Austria, Slovenia, Ungheria ed Italia. Concorsi internazionali 3, 4, 5 stelle e tappe di Coppa del Mondo. Tra le partecipazioni per l’Italia, nel 2006 i Weg di Aachen, nel 2007 il Campionato d’Europa a La Mandria, nel 2008 i Cinque Cerchi di Hong Kong, nel 2017 il Campionato d’Europa di Goteborg e nel 2021 quello di Hagen.

Tatiana oggi monta al Centro Ippico Cinq Fo – Guanzate (Como), 40 minuti da Milano.

Dressage.it le ha rivolto qualche domanda

Chi la segue nella sua attività quotidiana?

«Nessuno, lavoro da sola. A volte mi faccio dare consigli dalle persone con esperienza come Alexander Sherba (da lui è stato addestrato il famoso Dixon di Nina Menkova) e da Ton de Ridder che ritengo un allenatore molto valido di dressage moderno».

Ci può raccontare come e perché l’equitazione è entrata nella sua vita?

«Direi di essere nata con amore per i cavalli e fin da piccola sognavo di montare i cavalli».

Perché il dressage?

«Mi sono avvicinata all’equitazione con il salto ostacoli e poi il completo, con ottimi risultati, ma il colpo di fulmine per il dressage è dovuto al mio incontro con Elena Petuskova, la cui classe e professionalità mi ha costantemente ispirata».

Chi è stato il suo primo istruttore?

«Piotr Denisenko: un ex militare che ha frequentato la scuola russa di cavalleria. Da buon militare, mi ha insegnato innanzitutto ad essere disciplinata. Tutti i movimenti di alta scuola li devo tutti a lui».

Chi è il suo cavaliere/amazzone preferito e per quali ragioni…

«Non ho un idolo da ammirare. Noto invece le persone che hanno il senso del cavallo (tatto equestre), persone che sono capaci di addestrare e portare cavalli in Grand Prix. Mi piace la monta dove cavallo e cavaliere sono tutt’uno, dove non si nota lo sforzo del cavaliere per eseguire i vari esercizi. Mi colpiscono subito queste persone, anche se non sono famose».

Il cavallo che sognerebbe avere in scuderia?

«Sono felice dei cavalli che ho. Credo che capitino nella mia vita non per caso».

Parlando dei suoi risultati, ci può riassumere la sua carriera agonistica con i risultati più importanti?

«Nella mia attività ho addestrato, portandoli a livello Grand Prix, circa cinquanta cavalli e con dieci di questi ho partecipato personalmente a gare internazionali. Tuttora sto preparando cavalli, tra cui quello che mi auguro di portare presto in gara. Con vari cavalli ho partecipato a Europei, Mondiali e Olimpiadi. Il risultato migliore è quando sei scelta a rappresentare il tuo Paese a questi eventi».

Qual è la sua principale preoccupazione quando entra in rettangolo?

«Entrando in rettangolo sono molto concentrata a presentare il mio cavallo, forse già un paio di ore pima della gara».

Quali sono i suoi cavalli e quali sono le loro caratteristiche?

«I miei cavalli sono tutti diversi, non potrei dire che scelgo cavalli che necessariamente debbano essere tutti uguali. La cosa più importante per me nel cavallo è la collaborazione, il resto è una conseguenza».

Qual è il suo cavallo di punta? Ha un soprannome di scuderia?

«Mi auguro di essere pronta quest’anno con un nuovo cavallo, di nome Dostoevsky, soprannominato Fiodor».

Qual è l’aspetto del dressage, come disciplina, che le piace di più e quale di meno?

«Nel Dressage apprezzo l’utilizzo dell’intelligenza e non della forza, in una parola: la classe. Il tutto si potrebbe racchiudere nella frase “le dressage est le CHANEL de l’équitation”».

Un pensiero su cosa potrebbe suggerire alla Fise per migliorare la disciplina.

«A mio parere la Fise dovrebbe impegnarsi maggiormente per trovare sponsor in grado di aiutare a crescere giovani cavalieri/amazzoni con talento, ma con scarse possibilità economiche».

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