A tu per tu con: Ginevra Bianco

di Redazione
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Ginevra Bianco

Ginevra Bianco ha 19 anni ed è di Camagna Monferrato. Da due anni e mezzo monta al Centro Equestre Capricorno dove a seguirla è Micol Rustignoli e dove partecipa agli stage con Valentina Truppa. Dressage.it l’ha incontrata per voi…

Ci può raccontare come e perché l’equitazione è entrata nella sua vita?

«I cavalli sono la mia passione da quando ero piccola. Andare a cavallo è sempre stato il mio sogno e per questo devo ringraziare i miei genitori che mi hanno assecondato da subito permettendomi di iniziare a prendere lezioni di equitazione. Il perché non saprei spiegarlo. Credo sia una mia passione innata, visto che i miei genitori non sono nel mondo dei cavalli».

Perché il dressage?

«Quando ho iniziato ad andare a cavallo saltavo e anche la mia prima pony è stata una pony da salto. Dopo un paio di anni Sanduca – questo il suo nome – ha iniziato ad accusare problemi alla schiena e ho dovuto farle fare molto lavoro in piano. Mi è piaciuto da subito anche lavorare in piano e il mio entusiasmo è aumentato quando mi sono resa conto che grazie a quella ginnastica la salute della mia pony stava migliorando visibilmente. Da quel momento ho iniziato ad avvicinarmi e interessarmi sempre di più al dressage fino a farlo diventare la mia disciplina».

Chi è stato il suo primo istruttore?

«Cinzia Demichelis la mia prima istruttrice di salto ostacoli, Elena Formantici di Dressage». (Sarà un caso se… le due discipline sono scritte una in minuscolo e una in maiuscolo? ndr)

Chi è il suo cavaliere/amazzone preferito e per quali ragioni – E il cavallo?

«La mia amazzone preferita è Charlotte Dujardin. Ammiro molto la sua tecnica e mi piace la sua visione sull’addestramento dei cavalli. Il cavallo di cui sono sempre stata innamorata è Valegro, per la sua volontà nel lavoro oltre che per i suoi splendidi movimenti».

Il cavallo che sognerebbe avere in scuderia?

«Mi piacerebbe avere un nuovo puledro da crescere».

Parlando dei suoi risultati, ci può riassumere la sua carriera agonistica con i risultati più importanti?

«Nel 2014 ho vinto i Campionati italiani di endurance. I Campionati italiani del Master Iberico livello f li ho vinti nel 2015. Nel 2016 sono stata medaglia d’argento alla finale italiana del Progetto Giovani dressage. Nel 2018 ho vinto i Campionati regionali piemontesi. La medaglia di bronzo ai Campionati italiani freestyle juniores è arrivata nel 2019. Nel 2020 medaglia d’argento al Campionato italiano tecnico juniores e bronzo nel freestyle. Nel 2021 argento ai Campionati italiani freestyle young rider e ho partecipato, dopo essermi qualificata, ai Campionati europei in Spagna».

Quali sono i suoi cavalli e quali sono le loro caratteristiche?

«I due cavalli con cui ho iniziato a praticare equitazione, prima salto ostacoli e poi endurance, si stanno godendo la pensione in paddock a casa mia. Mentre in maneggio ho il cavallo con cui faccio le gare adesso. È un cavallo molto intelligente e collaborativo, è anche un po’ pigro ma è sempre felice di uscire dal box per lavorare. A primo impatto sembra un cavallo un po’ scontroso, ma è solo apparenza. In realtà è dolce e gli piace essere coccolato».

Qual è il suo cavallo di punta? Ha un soprannome di scuderia?

«È Dali Salvador, con molta fantasia è soprannominato Dali».

Qual è l’aspetto del dressage, come disciplina, che le piace di più e quale di meno?

«L’aspetto che più mi piace è il rapporto e la sintonia che si crea con il proprio cavallo. Di contro ci sono certi metodi di addestramento che non condivido».

Cosa suggerirebbe ai responsabili FISE per migliorare la disciplina?

«La FISE sta già facendo un buon lavoro di stage sul territorio, ma penso che dovrebbe aiutare di più i ragazzi giovani che come me non sono “figli d’arte” nella scelta del cavallo con cui affrontare un percorso agonistico».

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